Magazine Diario personale

E’ ora di parlare di pesca sostenibile

Da Castprogetti

DSC_0269Con due coppie di amici e numerosi bambini al seguito, decidiamo di dedicare un’intera domenica alla mia attività preferita: trekking e vita all’aria aperta. A Kilifi non ci sono montagne da scalare, laghi glaciali in cui immergere i piedi, e un sottobosco ricco di piccoli frutti profumati, ma, la recente lettura di Lasciateli giocare con gli orsi di Peter Hoffmaister, mi convince dell’incredibile varietà di attività che si possono svolgere all’aperto con la famiglia. Dopo un controllo sommario dell’orario delle maree e aver riempito gli zaini con acqua, snack, cappelli e creme solari, ci lanciamo alla conquista delle scogliere di Plantation. Il giro prevede una camminata a ridosso delle scogliere che si dilungano tra Mnarani e Takaungu; durante la bassa marea il fondale marino roccioso emerge, lasciando libero il passaggio per circa tre ore. L’acqua in perenne movimento ha scavato nella roccia del fondale veri e propri acquari in cui sono immersi ricci, stelle marine e pesci colorati, nascosti dietro alle alghe.
Durante il cammino incrociamo raccoglitori di polipi e granchi; sembrano sapere esattamente dove questi animali si nascondono nella roccia. Un po’ più in là, avvistiamo un gruppo di pescatori; stanno tirando a riva una grossa rete… sarà anche piena di pesci?! Tra me e me mi domando se si tratti di una beach seine, ovvero una di quelle reti a strascico che usate impropriamente rovinano i fondali, rimuovendo tutta la flora di quel particolare ecosistema, e distruggendo i rifugi in cui si annidano i pesci per riprodursi e proteggersi dai loro predatori.
E con il pensiero torno al mio lavoro.
DSC_0400Con il gruppo di donne Uwezo Women Group non abbiamo ancora iniziato a parlare di pesca sostenibile. Ma è decisamente l’ora di farlo. Decidiamo di organizzare degli incontri con possibili fornitori di pesce, di cui sentiamo di poterci fidare. Ed eccomi ripartire con nuove gite fuori porta. Primi a ricevere lo staff Cast e le due rappresentanti del gruppo Uwezo sono i pescatori della Beach Management Unit di Uyombo, un piccolo porto di attracco distante una mezz’ora da Kilifi. A Uyombo è ferma una delle barche che Cast ha costruito durante il progetto “Wavuvi”. E’ una barca adatta alla pesca in acque profonde, costruita allo scopo di permettere ai pescatori di accedere al mare grosso, e alleviare la pressione sulle risorse presenti all’interno della barriera corallina. I pescatori ci accolgono con entusiasmo; grazie ai fondi della Contea di Kilifi stanno costruendo un deposito per il pesce, e con orgoglio ci conducono in visita guidata all’interno della struttura. In quello che di fatto è solo un cantiere, loro sembrano già vedere frigoriferi e freezer in funzione, e un sacco di pesce che entra ed esce. In quei pescatori ritrovo gli sguardi motivati e sorridenti che più volte mi sono trovata a scoprire negli occhi di Janet – la presidente del gruppo di Uwezo – ogni qual volta si parla del negozio in apertura. I pescatori di Uyombo ci dicono di non aver bisogno di alcun contratto scritto; la barca fornita in passato dal Cast rappresenta una garanzia della nostra serietà. I contratti non scritti sono la norma in loco. Sembra che i grossi commercianti di pesce provenienti da Mombasa, si assicurino il pescato fornendo attrezzature minime, come una maschera da immersione e reti da pesca. I pescatori di Uyombo ci fanno capire che molti di loro hanno già siglato uno di questi contratti taciti; ma chi di loro è “libero” si offre volentieri per la collaborazione, e non appena la “barca del Cast” sarà riparata, la fornitura sarà anche più abbondante. Non rimane che da pensare alla logistica necessaria a conservare il pesce fresco presso il porto per almeno 24 – 48 ore, nell’attesa che un veicolo passi a ritirarlo. Laddove non ci sono celle frigorifere, si è soliti disporre dei contenitori termici raffreddati con il ghiaccio. Sì, ma quanto capienti devono essere questi contenitori? Una, due o solo DSC_0457mezza tonnellata? E quanto ghiaccio ci vuole per questi quantitativi di pesce? Con le donne del gruppo Uwezo ci sediamo a tavolino per discutere di tutti questi numeri. Stiamo aiutando il gruppo a elaborare un piano di investimento che faciliti la gestione futura del negozio. Ben presto sapremo esattamente dove, quanto e quale tipo di pesce comprare, come trasformarlo e a chi venderlo. Intanto ci prepariamo per una nuova gita fuori porta. Domani si va a Ihaleni dove in passato Cast e l’organizzazione keniota Kwetu hanno collaborato con la comunità locale per l’avvio di un impianto di acquacoltura destinato alla produzione di gamberi, granchi e milkfish. Ci è giunta voce che stanno allargano il sito di produzione e costruendo nuovi bacini; si prevede un aumento della produttività e vorremmo assicurarci una parte del raccolto per la rivendita in negozio.
Ora basta pensare al lavoro, per ora continuo a godermi i rumori e i profumi del mare, e di Ihaleni ne parleremo nel prossimo post.

Sara Crippa
Capoprogetto del Mama Karanga – Kenya


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