Force by Northwest è un’opera di James Hence
È ora di rimettersi a viaggiare dice Sogni a Bisogni. Non sei nato per fare la muffa al Tiburtino, ma per seguir virtute e canoscenza. Per restare ore intere incriccato su qualche poltroncina di plastica dura in attesa della chiamata all’imbarco. Per correre a perdifiato verso irraggiungibili gate aeroportuali posti in punti diametralmente opposti della struttura mentre gli altoparlanti latrano il tuo nome perennemente con l’accento sbagliato e le vocali troppo chiuse. Per salire senza biglietti regolari su strani convogli ferroviari che viaggiano così in ritardo che sono puntuali quando alla fine passano il giorno successivo. Per perdere bagagli e restare lunghi istanti a fissare i nastri trasportatori che girano con sopra assurdi trolley fucsia o casse di cartone chiuse con due giri di scotch (ma chi le imbarca ‘ste schifezze?) Per pagare biglietti di autobus mostruosamente costosi allo scopo di lasciare l’aeroporto dove ti ha scodellato la low cost di turno e raggiungere veramente la città dove volevi andare che intanto è ancora così lontana che ci vorrebbe un volo low cost per raggiungerla. Per maledire i letti inglesi troppo morbidi, i letti francesi troppo stretti, i letti italiani troppo costosi. Per benedire i bistrot di Parigi, le librerie di Londra e i soliti caffè di ogni piazza italiana che si rispetti. E così vado, la settimana prossima, mi imbarco e parto. E ancora non so bene dove dormirò e non so se avrò abbastanza soldi e non so neppure se in Inghilterra fa freddo o caldo. Però di questo sono sicuro. Fra un contrattempo e l’altro, col fiatone e la tachicardia, quando vedrò i selciati della città straniera bagnati di pioggia o illuminati dal sole. Allora mi verrà distinta e improvvisa la percezione di essere ancora vivo.