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E’ ora di tornare in Italia

Creato il 09 luglio 2015 da Mamma In Oriente
E’ ora di tornare in Italia

In vacanza? No, lascio la Thailandia per sempre e torno in Italia.

Non è ovviamente una cosa che ho saputo così all'improvviso anche se c'è stata grande indecisione fino all'ultimo, ma non lo potevo dire a causa del lavoro di mio marito. E così, fino a questo momento, solo famiglia e amici più stretti sapevano che sto per tornare non solo per le vacanze.

I pochi che sapevano mi hanno subito chiesto: "Sei felice?". Io onestamente non so rispondere. O meglio, certo, sono molto felice perché ritrovo tutti gli affetti. E la mia casa ed il mio giardino. Direi che non è poco, anzi è tantissimo.

Nella lista mentale che ho fatto dei pro e dei contro, alla fine di veramente importante, perché al freddo invernale mi posso riabituare, c'è solo la scuola. I miei figli hanno avuto la fortuna di frequentare una scuola internazionale meravigliosa sia per il verde in cui era immersa, sia per l'incredibile clima familiare che ha saputo trasmetterci, sia per il sistema educativo inglese con cui, devo dire, noi ci siamo trovati benissimo. E' un modello educativo che ha saputo tirare fuori dal mio primogenito, con un temperamento innato abbastanza complicato, tutti i suoi lati più positivi. Era la scuola adatta per lui ed in questi quasi tre anni sono stati rarissimi i giorni in cui mi ha detto che non aveva voglia di andare a scuola. Entrambi i miei figli lì sono stati felici e mi auguro che questi anni scolastici restino nei loro ricordi, anche se so che i bimbi dimenticano in fretta.

Il mio addio alla scuola è stato finora il momento emotivamente più difficile. Sono stata lì qualche giorno fa per la festa di fine anno della Nursery ed ho avuto le lacrime fisse agli occhi perché ero consapevole di godere per l'ultima volta di quell'ambiente così piacevole e dove mi sono sempre sentita a mio agio. In più, proprio quel giorno, ho avuto la sorpresa di vedere il piccolo di casa, che ancora parla poco mescolando italiano e inglese, cantare con il microfono in mano, due canzoni in inglese dall'inizio alla fine. Impossibile non commuoversi.

E' una scuola che ha aperto la mente anche a me come persona adulta, che mi ha fatto scoprire un nuovo concetto di educazione dove i bambini imparano divertendosi, dove si dà sicuramente meno importanza al punto di vista accademico, ma dove si insegna forse di più a vivere. Soprattutto a convivere con gli altri e a sapersi porre in un certo modo anche in un futuro professionale. Abituandosi fin da subito ad essere indipendenti, ma a saper lavorare in gruppo. A capire che ognuno ha delle eccellenze in un qualche campo e a sentirsi valorizzati per questo e non denigrati per le inevitabili mancanze che ognuno ha. Una scuola dove la competizione è sana e non ci sono mai perdenti.

Ho imparato attraverso l'atteggiamento dei miei figli che razzismo e pregiudizio ci vengono impressi esclusivamente dalla nostra cultura d'appartenenza perché se i bimbi vengono fatti crescere in un ambiente che rispetta ogni credo sia esso religioso che culturale, la loro mente sarà libera da ogni pregiudizio. Per i mie figli il colore della pelle è privo di ogni importanza, non lo notano nemmeno. Spero che questo valore si sia radicato bene dentro di loro e rimanga saldo anche tornando in Italia.

Questa scuola è stata una crescita per loro e per me. Ed il confronto con la pubblica italiana sarà schiacciante. Questa la preoccupazione più grande che ho nel tornare in Italia. Soprattutto per Carlo Alberto che è incapace di stare fermo a lungo. Non oso immaginare come tornerà a casa nervoso dopo essere stato costretto a stare fermo in un banco per ore. Lui che nemmeno sa cosa siano i banchi ed una cattedra.

La Thailandia più in generale mi ha insegnato che può esistere un luogo dove non c'è alcun pregiudizio per chi non è eterosessuale o chi decide di cambiare sesso. Qui tutti possono accedere a qualunque professione, indipendentemente dal loro orientamento e dalle loro scelte. Nessuno viene deriso o additato per questo, anzi non viene nemmeno notato o guardato. In questo è un paese davvero all'avanguardia.

Per il resto devo dire che non so se la Thailandia mi mancherà. Certo è un paese paesaggisticamente meraviglioso e con una cultura tradizionale estremamente affascinante. Amo soprattutto l'impegno che ci mettono per mantenerla anche se è arrivato anche qui benessere e consumismo.

Questo è ciò che mi mancherà e questo è quello che vi ho sempre fatto vedere fra queste pagine. Bellezza dei luoghi e delle usanze e tradizioni. Perché sono una persona che, per fortuna, riesce a trovare il bello ovunque e a soffermarsi principalmente su quello anziché lamentarsi di quello che non va.

Quello che di certo non mi mancherà è la sporcizia onnipresente ovunque, ma soprattutto nelle città. Non mi mancheranno le passeggiate letteralmente in mezzo alla spazzatura anche sui marciapiedi, quando esistenti. Non mi mancherà la puzza di fogna ovunque che con il caldo torrido ti ribalta lo stomaco. Non so quando e se, i Thai si renderanno conto che stanno rovinando un paese bellissimo che diventerà, se non faranno qualcosa, una enorme pattumiera. E non si tratta solo di prendere provvedimenti da parte delle istituzioni. No, si tratta di cambiare la mentalità delle persone e questo non può essere fatto, purtroppo, in poco tempo.

Non mi mancherà il loro provare ad approfittarsi di te persona occidentale facendo sempre un prezzo maggiorato e cercando di fregarti. Questo, per fortuna, avviene solo nei luoghi molto turistici.

Di Pattaya non mi mancheranno le centinaia di go-go bar dove ragazze giovanissime si vendono per pochi soldi. Non mi mancherà vedere tutti gli occidentali, sia giovani che vecchi, frequentarli già alle 10 del mattino con una birra in mano e 30 gradi all'ombra. Non mi mancherà vedere le tante coppie, lui anziano e straniero e lei giovanissima e Thai, che si tengono per mano per strada. Non mi mancheranno quei tanti connazionali (non tutti per fortuna) che rappresentano qui il peggio che c'è in Italia.

E non lascio amici qui, a parte quelli italiani che ritroverò un giorno in Italia e qualche famiglia expat conosciuta tramite la scuola. Solo tanti conoscenti. L'unica persona Thai con la quale sono andata oltre a semplici saluti e convenevoli, è la mia terapista che frequento da mesi causa la mia tendinite eterna. Solo con lei è avvenuto il miracolo di entrare un po' più in confidenza. I Thai, molto aperti all'apparenza grazie alla loro predisposizione al sorriso, amano in realtà stare fra di loro e non mescolarsi alla comunità expat. Ovviamente rapporti sentimentali di coppia esclusi dove la situazione è molto diversa. Non voglio fare ovviamente di tutta l'erba un fascio. Questa è esclusivamente la mia esperienza di mamma che ha frequentato i Thai prevalentemente nel quotidiano ed a scuola. E credo di essere una persona aperta e disponibile.

Mi mancherà la maestra di Diego, un'indonesiana dolcissima e moderna con un sorriso meraviglioso che ha accompagnato la sua crescita negli ultimi due anni ed ha sempre mantenuto un dialogo apertissimo con me. E che ha pianto con me l'ultimo giorno.

So che mi commuoverò ancora domani quando Diego vedrà per l'ultima volta il suo amichetto del cuore. Inseparabili per due anni. Con il grande non ho mai vissuto un'amicizia così forte, men che meno quando era così piccolo. Diego invece ha un legame fortissimo con questo bimbo. Quando apre gli occhi dopo aver dormito in pulmino, la prima cosa che mi dice è se Pete era o non era a scuola. Me l'ha nominato ogni giorno durante tutte le ultime vacanze dicendo che gli mancava. Ogni cosa nuova che ha mi chiede di poterla portare a farla vedere a Pete. Lo nomina in continuazione nei suoi giochi in solitaria e lo nomina spessissimo anche nel sonno.

Ecco, di fronte a questo vacillo. So che presto ci saranno altri amici, ma in questo momento mi piange il cuore separarli. Ora poi stanno frequentando da due settimane il campo estivo e stanno facendo tante belle esperienze insieme dal mare, al cinema, ai musei e ai tanti giochi. Due settimane in simbiosi e Diego che, appena apre gli occhi al mattino, dice che deve vestirsi per andare da Pete.
Domani sarà l'ultimo giorno che si vedranno, presumibilmente per sempre.

Anche ora che scrivo ho pianto solo quando ho scritto della scuola e di Pete. In definitiva piango solo per quello di bello che sento che sto per togliere ai miei bambini. So che presto ciò verrà in parte compensato dall'avere di nuovo attorno a loro l'affetto di nonni, zii ed amici. Ma al momento fa male lo stesso.

Sento anch'io di aver bisogno per un po' di una rete attorno di affetto ed aiuto. Forse io sono quella che sono stata messa alla prova di più da questi tre anni in questo luogo che mi ha dato tanti grattacapi di salute, mia e dei miei bimbi.

Rifarei tutto ovviamente. Perché, così come era avvenuto in Cina, questa esperienza mi ha fatto crescere e mi ha fatto capire che sono forte, ancora più di quello che pensavo, ma soprattutto che ho un limite anch'io e che devo imparare a chiedere aiuto e a non fare sempre da sola.

I primi tempi in Italia non saranno riposanti, ma questa volta vorrei proprio farmi coccolare un po'. Voglio godermi la mia mamma che ha affrontato e vinto una dura battaglia proprio in questo anno in cui non ci siamo mai viste.
Voglio parlare per ore e ore con le mie amiche, voglio vedere tutti senza farlo di fretta. Voglio godermi la mia Italia che, con tutti i suoi problemi, è sempre uno dei paesi più belli al mondo.

Stamattina, dopo tanta fatica, tutte le nostre cose sono partite. Sono in una casa semi vuota ora che fa un po' tristezza. Come diceva Valentina nella nostra chat di Amiche di Fuso qualche giorno fa, la nostra vita expat è peggio di quella degli emigranti di una volta. Loro andavano per restare in un paese straniero. Noi ogni volta dobbiamo impachettare la nostra vita, lasciare tutto e ricominciare altrove.

Io questa volta ricomincio dalla mia casa e dal mio paese quindi almeno è più facile che cambiare paese ancora. Rimarrò per sempre in Italia? Non lo so. Quando si è vissuto più volte all'estero è difficile vedersi fermi in un luogo.

Io continuerò ad essere nel progetto delle Amiche di Fuso e qui continuerà la mia rubrica "Blog Italiani nel Mondo" perché il mondo expat è un mondo a cui sono affezionatissima ed a cui voglio rimanere legata.

Continuerà ovviamente anche questo blog perché alla fine, nonostante fosse nato solo per tenere aggiornati parenti e amici sulla nostra esperienza qui, è invece diventato uno spazio tutto mio di cui non potrei più fare a meno. In fondo più che del mio quotidiano qui in Thai ho sempre parlato di viaggi, scuola, bambini e cibo. Tutte cose che continueranno a far parte anche della mia vita in Italia.

Così come continuerà il mio bisogno di mettere per iscritto i mie pensieri ed emozioni e di raccontarmi anche attraverso le mie fotografie.

E Mamma in Oriente lo sarò per sempre perché in Oriente è dove sono diventata mamma la prima volta.

Ancora tre giorni qui e poi sabato partirò da sola con i miei bimbi. Mio marito ci raggiungerà più avanti.

Lo scorso weekend lui mi ha regalato due giorni sola a Chiang Mai, la città Thai più impregnata di cultura. Forse il mio saluto alla Thailandia e a tutto ciò che più amo di questa terra è avvenuto proprio lì. In solitudine e con il tempo per poterne fotografare la bellezza senza l'assillo dei bimbi. Ecco alcune delle immagini che forse avete già visto sulla mia pagina Facebook e su Instagram e che non hanno bisogno di parole...

E’ ora di tornare in Italia
E’ ora di tornare in Italia
E’ ora di tornare in Italia
E’ ora di tornare in Italia
E’ ora di tornare in Italia
E’ ora di tornare in Italia
E’ ora di tornare in Italia

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