Esaurito il day two mondiale -a stasera per le considerazioni di sintesi al rigurado, quelle a mente fredda, accompagnate da bicchierino di whisky o boccale di birra), le prossime a scendere in campo domani mattina presto (tardo pomeriggio neozelandese) son Australia vs. Italia.
Nick Mallett ha deciso: si segue l'esempio dell'avversaria e alla prima si va coi migliori, coi famosi titolari, almeno sulla carta e fino a prova contraria - o infortunio. Si prende quindi la strada dell'impostazione Test match, come ci pareva più raccomandabile, pur mettendo in conto il rischio di qualche infortunio, perchè un ulteriore warm up con una squadrona forte, per capir meglio limiti e potenzialità nostre ci serve come il pane. Prima di provare il gioco sarà comunque privilegiato il "primo non prenderne troppe" come da mentalità mallettina.
Su RR Rugby in diretta la formazione resa nota venerdì, priva di sorprese se non forse in seconda linea, mentre rientrano Zanni e Ghiraldini.
Masi è in fondo tra Benvenuti e Mirco Bergamasco, in mezzo Garcia e Canale, mediani Orquera e Semenzato; in terza linea Barbieri e Zanni con capitan Parisse, in seconda recupero di fiducia per Van Zyl a comandare in aria e Del Fava per le terre, davanti ci sono Castro, Ghiraldini e LoCicero.
In panchina solito split nostro 4-3 con due mediani (Gori e Bocchino), un back (McLean) più un avanti per settore: d'Apice, Cittadini, Bortolami e Derbyshire.
Per i nostri è chiaro che si tratterà di partita prettamente difensiva, protesa a rallentare il ritmo, con i backs chiamati a difendere salendo e anticipando il più possibile, stando però attenti a non rompere le righe e non farsi irretire da Quade Cooper, che con noi potrebbe sentir aria di numeri. Per non menzionare Ioane e tutti gli altri soci dietro, come Ashley Cooper e Beale. Ah se sapessimo sfruttare le ripartenze da eventuali palle recuperate, magari su qualche tentativo di prodezza Aussie! A nostro avviso, il modello che ha in testa Mallett è l'Italia da trincea della sua prima tournée sudafricana. Sarà un bello stress test per la nostra difesa.
E gli Australiani, come la vedono? Una articolata risposta arriva dall'indimenticabile campione del mondo 1999 Matt Bourke (nella foto). A suo avviso la conferma dei Wallabies vincitori del TriNations costituisce di per sè un segno di rispetto per una opposizione che sarà prettamente "fisica". Occhio, gli anglosassoni la mettono così quando parlano di minnows.
Per superarla senza rischi, Bourke crede che i Wallabies dovranno mantenere l'approccio "stand and deliver" (in alto le mani e fuori i soldi: aggressivo, intimidatorio) che ha caratterizzato la gara con gli All Blacks a Brisbane.
Samo secondo il campione del mondi si esalterà nel confronto con Parisse, "il miglior nr.8 al Mondo", mentre Vickerman controllerà i cieli e Horwill sarà tosto a farsi rispettare sotto, assieme ai flanker potenti e dinamici. una volta stroncate le velleità del pack Azzurro con le cattive, le strade al largo si apriranno progressivamente ai Wallabies col passar del tempo.
I punti deboli degli Azzurri li ravvisa attorno alla ruck, dove Will Genia può far enormi danni, seguiti dai mismatch nella linea dei trequarti, in cui Bourke vede il punto debole Orquera (ma Mallett lo sposta fuori ... e allora magari anche loro ci spostano il gioco ...), mentre il pericolo pubblico da bloccare sul nascere sarebbero le fughe di Masi. Devono aver ricevuto i dvd solo fino al Sei Nazioni, laggiù.
Per quanto riguarda la mischia ordinata, la nostra è molto rispettata in giro, addirittura temuta. Va detto però che gli Aussie han fatto passi da gigante negli ultimi mesi: non è più il loro punto debole, Ben Alexander, Stephen Moore e Sekope Kepu sinora han tenuto benissimo ogni prima linea con cui si siano confrontati.
Secondo il tallonatore Moore: " (Scrum) it's the heart and soul of Italian game. We are coming up against a quality scrum". E chiarisce che se gli australi lavorano più sul timing e sull'impatto, "The Italians' trademark is that they want to wrestle their opponents at scrum time''. Agli italiani piace tirarla lunga: "We watched some scrums from the Italy-Scotland Six Nations game, and one of their scrums went for 30 seconds, when they held the ball at the back of the scrum … until they got a penalty. They will be a big test''.
Il ritorno alla "produttività" della mischia ordinata australiana ha portato (o è stata causata da?) un maggior rispetto percepito dalla classe arbitrale. "Prima a ogni collasso della mischia l'arbitro diceva, non possono che esser stati gli australiani, e ci fischiava contro" ricorda Ben Alexander, "adesso per fortuna è tutta un'altra storia". Non aspettiamoci quindi passeggiate manco lì. Sia per LoCicero, se sarà costretto a correr tanto in giro per il campo, ma anche per Castro con Kepu, uno che ha mostrato di sapersi far rispettare.
A proposito di arbitri, in campo ci sarà l'ineffabile Alain Rolland. Ieri l'altro irlandese Clancy ha prodotto a mio avviso una ottima interpretazione del suo ruolo nel gioco dinamico lasciando molto giocare, sia pur fischiando le punizioni dovute; vedremo se l'altro malato di protagonismo e cartellinismo sarà in grado di forzare sè stesso e diminuire il numero di fischi. Altrimenti la vedo dura per noi sul fronte disciplina.
Non altrettanto positiva è stata la prova di Clancy con la mischia ordinata. Vedremo il più esperto Rolland come se la caverà, ma le aspettative non sono ottimiste.
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