Presentato il 6 febbraio il progetto per realizzare un megaparcheggio di 1337 auto e 85 moto sopra i binari, con galleria dedicata a “servizi”.
Le nostre domande: A quale utenza sono rivolti i posti auto? Sono stati fatti studi sul turn over delle auto in funzione degli impatti su mobilità e qualità dell’aria? E soprattutto: cosa metteranno nell’atrio al posto degli attuali servizi della stazione?
Il parcheggio sopra i binari è il primo in Europa nel suo genere, ma è anche decisamente in controtendenza con le politiche delle grandi città europee, che secondo uno studio pubblicato qualche tempo fa dall’Institute for Transportation and Development Policy(1), non solo stanno progressivamente limitando l’accesso delle auto nella città storica, ma hanno avviato anche una riduzione del numero assoluto dei parcheggi nelle città, soprattutto nel centro storico, dove “anziché ridurre il traffico, l’hanno aumentato fungendo da nuovi attrattori”. Oltretutto la Stazione Termini è uno dei punti della città più serviti dal trasporto pubblico, con due linee della metropolitana e il capolinea di decine di linee di autobus, mentre c’è da chiedersi quale impatto potrà avere sulla mobilità dell’intero quadrante l’afflusso di un’enorme numero di veicoli destinati ad avvicendarsi nei 1300 posti auto, per non parlare dell’aumento dell’inquinamento dell’aria.
E non è chiaro neanche a quale utenza siano destinati i parcheggi, se ai viaggiatori, come parcheggio di scambio – ma i costi di una lunga sosta rischierebbero di essere decisamente onerosi – o ai loro eventuali accompagnatori, o piuttosto a persone dirette nella zona, che ne usufruirebbero come un normale garage a pagamento. Ma potrebbe affacciarsi un’ altra ipotesi: quella di un aumento degli spazi commerciali da realizzare nell’atrio della Stazione a spese di molte cubature attualmente al servizio dei viaggiatori, che dovrebbero essere trasferite nella “galleria servizi” – biglietterie comprese – raggiungibile con gli ascensori. L’ipotesi non è così peregrina, se si ricorda che per legge i nuovi centri commerciali possono essere realizzati solo a fronte di un adeguato numero di parcheggi. Ma se così fosse, alla fine la differenza tra i nuovi posti auto e l’aumento della domanda di sosta provocato dall’ ulteriore attrattività degli spazi commerciali rischia di essere quasi a somma zero. Secondo i promotori “Termini confermerà il suo ruolo di hub, si arricchirà di nuovi servizi ed avrà una migliore accessibilità“. E’ da notare l’uso del termine “Hub”, “centro di connessione”, che viene normalmente utilizzato per gli areoporti: in realtà Termini è destinata a diventare una stazione secondaria, dato che l’alta velocità passerà dalla stazione Tiburtina (in altri articoli definita anch’essa “hub”).
La sensazione è che si ricorra a terminologie esterofile per rendere più “cool” quella che potrebbe essere la solita speculazione nostrana.
Carteinregola studierà il progetto definitivo per verificare se quella che apparentemente si presenta come una moderna opera al servizio della collettività, non finisca per regalare risorse pubbliche al profitto privato.
SCARICA LE OSSERVAZIONI SUL PROGETTO di Paolo Gelsomini osserv. piastra Termini gelsomini
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(1) “Europe’s Parking U-Turn: From Accomodation to Regulation”, ITDP, 2011.
(> leggi dall’articolo Traffico: cosa può imparare l’Italia dal resto d’Europa del 4 dicembre 2011 http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/traffico-cosa-puo-imparare-litalia-dal-resto-deuropa
(> vai alla pagina del sito dei Comitati NO PUP del 7 maggio 2012 con il download la delibera CIPE)
> Vai all’articolo del Messaggero del 7 febbraio > vai all’articolo di Repubblica del 7 febbraio> scarica Cinquegiorni del 7 febbraio (pag 10)