Proprio questo venerdì, il presidente del Rwanda, Paul Kagame (foto) , ha ufficialmente chiesto ai partner della comunità internazionale di accogliere i rifugiati del Burundi, che sono sfollati in Rwanda da quando nel Paese confinante, dopo l'elezione di Nkurunziza, c'è stato e c'è ormai un clima da guerra civile.
La richiesta scaturisce anche dalle ripetute accuse, del tutto infondate, che Stati Uniti e Francia hanno mosso negli ultimi giorni all'uomo politico ruandese.
Gli Usa, attraverso un presunto documento in possesso dell'Onu, sono stati i primi ad accusare Kagame di avere intenzione di intromettersi negli affari politici del vicino Burundi allo scopo di destabilizzarlo ulteriormente e di lavorare, in questo modo, per il proprio tornaconto.
Tutte accuse che Kagame ovviamente respinge al mittente.
Oggi come oggi in Rwanda ci sono in tutto circa 75mila rifugiati burundesi, di cui 25 mila risiedono nella capitale, Kigali.
Nella capitale s'incontrano, infatti, dissidenti politici, giornalisti, militari che hanno disertato dall'esercito del Burundi appena il giorno successivo ai risultati elettorali di aprile, che hanno dato per vincente Nkurunziza.
Allontanare pertanto i rifugiati del Burundi dal Rwanda, secondo Kagame, equivarrebbe, lo ha riferito il ministro degli Affari esteri,anche a salvaguardare la medesima incolumità di questa gente, data la stretta vicinanza dei due Paesi e la possibilità d'incursioni dai confini.
Senza dire che la stabilità interna dello stesso Rwanda potrebbe essere messa a dura prova.
Il fatto è che nel continente africano il Tanzania ha già accolto 130mila persone, l'Uganda 21mila e la Repubblica democratica del Congo 18 mila.
Quale nazione, dunque, si farà avanti per l'accoglienza ?
Se la situazione in Burundi è degenerata e continua purtroppo a degenerare è perché, come sappiamo, il presidente Pierre Nkurunziza si è fatto rieleggere per un terzo mandato alla guida del Paese, manipolando la Costituzione (di questo l'accusa l'opposizione del suo Paese) e non rispettando affatto l'accordo di Arusha, che mise fine, a suo tempo, a una sanguinosa guerra civile,durata dal 1993 al 2006.
Il Rwanda,risollevatosi con tanti sforzi e notevole impegno dopo il terribile genocidio del '94, non vorrebbe affatto riproporre alla propria gente nuovi scenari d'instabilità o,peggio ancora, di guerra.
Come dare torto a Kagame?
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)