“E per tetto una verde chioma”: di Marco Bizzarri e Paola Pardini

008 E per tetto una verde chioma: di Marco Bizzarri e Paola Pardini

E per tetto una verde chioma

Marco Bizzarri e Paola Pardini

Correre all’aria aperta, lasciar volare la propria fantasia, inseguire liberamente i propri sogni, alimentandoli con urla, salti e risate: la fanciullezza è il periodo della vita in cui la cretività e l’immaginazione hanno ampio e libero spazio prima di venir imbrigliate dalle regole e dalle responsabilità dell’età adulta.

E in quegli anni magici e speciali quasi tutti noi abbiamo sognato un piccolo spazio privato in cui ritrovarci tra pochi e fidati amici, in cui poterci isolare come in una bolla trasparente e irraggiungibile dalla realtà circostante, che al tempo ci sembrava incomprensibile nelle sue ferre norme di comportamento e nella sua logica troppo stretta e serrata; abbiamo sognato magari un piccolo spazio su un grande albero, su cui arrampicarsi alla ricerca dei nostri sogni, lasciando indietro tutto il resto tirando su una volta saliti una scaletta di corda improvvisata per non farci raggiungere dalle negatività del mondo.

Un casetta su un albero, un sogno coltivato da bambini, un sogno comune alle generazioni e trasversale alle nazioni e alle culture, un sogno nato in giovinezza e spesso cullato anche in età adulta, un micromondo personale e fantastico nel quale magicamente il tempo può fermarsi e addirittura correre all’indietro, sdraiandosi protetti da una chioma verde attraverso la quale intravedere le stelle prima di addormentarsi abbracciati stretti alle nostre speranze.