E poi?

Creato il 28 maggio 2012 da Lollo

C’è un momento molto particolare che uno studente universitario deve affrontare. La fase della tesi. Quel periodo in cui:- si elemosinano libri in qualsiasi biblioteca- il sito dell’opac diventa il più visitato della tua cronologia- si diventa ciechi a cause di minuscole note bibliografiche- la relatrice non risponde per settimane alle tue e-mail e quando lo fa sono solo brutte notizie
Il tutto condito da un tirocinio non retribuito, una vescica causata da scarpe belle e nuove e ciliegina sulla torta, il turno in piscina, sabato mattina, ore 9.Settimana scorsa, stanco come un cammello che scarrozza verso le piramidi fanatici turisti, inizio il turno ancora con gli occhi da sonno.Infilo il costume.Tolgo le ciabatte.Entro nella vasca dei piccoli.60 centimetri di acqua calda, una sorta di brodo di gallina.Intorno a me sei mamme/papà con i loro neonati in braccio, pronti ad arrabbiarsi perché al posto di stare in quell’antro infernale vorrebbero dormire nella loro culla.Arriva la mamma di un piccolo pargolo a cui non stavo molto simpatico stavolta, se la settimana prima mi cercava e voleva che giocassi con lui e la paperella gialla, quel sabato non potevo avvicinarmi che subito iniziava a piangere.Così lei, per intrattenermi e non farmi pensare che sono un pessimo istruttore, ha iniziato a elaborare domande come:“Ci sarai anche per i corsi estivi?”“Studi?”“Cosa studi?”“Dove studi?”“Studio qui, ho studiato là, sono partito per lì, mi sono stabilito qui e ora scrivo la tesi”“Su cosa?”“Su questo artista, bla bla, spero di finire entro l’anno, bla bla, su e giù, così e cosà”
Pareva più un interrogatorio piuttosto che curiosità verso la persona che dovrebbe far capire al figlio di nemmeno un anno che l’acqua non è una punizione divina.L’informazione della tesi e la fine dei miei studi (spero sia così) entro l’anno colpiscono la sua attenzione.E dopo un attimo di esitazione proferisce quella domanda verso cui provo una forte allergia cutanea.“E POI?”“E POI COSA FARAI?”
Eccola, la domanda che TUTTI ti faranno una volta che dichiarerai di essere in prossimità della fine dei tuoi studi.È come se osservandoti pensassero “Poverino, che ruolo possiamo dargli in questa società?”“Cosa gli facciamo fare?”“Lo dobbiamo anche pagare? POVERINO”
Mi domando io, cosa vuoi sentirti rispondere?Che non ho ancora finito di studiare ma ho già un contratto a tempo indeterminato, una casa mia e un conto bancario che fa invidia a Nicole Minetti?Quando uno studia, studia.Io non so quello che farò della mia vita dopo la laurea, come faccio a saperlo?E POI?E poi vorrei scrivere libri su libri.Continuare ad avere ispirazioni per questo blog.Fare un bel viaggio.Lavorare nel mondo dell’arte.Camminare con il naso all’insù per Milano senza essere investito.Incontrare di nuovo Franca Sozzani e riuscire a congratularmi con lei.Andare ad abitare da solo.Fare un lavoro che mi permette di vivere autonomamente senza dipendere da mammà e papà.Sognare ad occhi aperti come sempre.E perché no, continuare a lavorare come istruttore di nuoto.
Poi, se vogliamo dirla tutta, devo decidere e dichiarare il mio futuro alle nove del mattino di un sabato assolato mentre sei neonati piangono e lavoro in ammollo nell’acqua per ore?Prima brioche al cioccolato e silenzio, grazie.

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