Ci sono ragazzi che per trovare l’amore non fanno niente, aspettano che arrivi all’improvviso come in un film di Ozpetek, attendono che il destino faccia il proprio corso e si presenti alla loro porta, indugiano fino a quando Cupido trafigge il loro petto con le sue frecce incantate. Poi ci sono i gay, non tutti ma buona parte, che all’amore preferiscono Gay Romeo. Shakespeare ti invito a spostarti, è arrivata la Fabry.
Quando ci iscriviamo su Romeo o simili il primo problema che dobbiamo affrontare è la scelta del nick. Abbandonata in partenza l’idea del nostro vero nome, perché siamo delle velate, ci vuole qualcosa che faccia capire subito quale sia la nostra mission. Qualcosa di fine che non scada nella volgarità per distinguerci da questa massa di provinciali che pensano solo al sesso, una cosa così:
Quello che amo dei gay è la capacità di distinguersi sempre, il rifiuto all’uniformarsi:
Scelto il nick, su cui non possiamo dire altro pena la scure della Censura, passiamo alle caratteristiche fisiche, sempre all’insegna dell’onestà. Te li vuoi togliere dieci kg? Già che ci siamo pure qualche anno. Tanto, signora mia, come dicevano in un bellissimo film “(…) una è più autentica, quanto più somiglia all’idea che ha sognato di se stessa“. Capita quindi che organizzi un appuntamento con una taglia 46 e ti trovi un facocero taglia 54 che ti invita da Mc Donald’s la prima sera. Dobbiamo correre il rischio, accettare la sfida e sperare che le foto che ci mandino siano veritiere, non come le mie ritoccate che non ho un millimetro di occhiaie e la pelle lucidissima nemmeno fossi Cara Delevigne. A tal proposito mi sento di spezzare una lancia in favore della categoria, il cui estro universalmente riconosciuto è stato inventore del selfie. In tempi non sospetti, quando ancora gli smartphone non imperversavano nella società, i gay si immortalavano nei propri bagni con le macchine fotografiche a cinque mega pixel. Si vedevano piastrelle e arredamenti per il bagno che #Fuorisalone levati, camere da letto matrimoniali corredate di crocifissi e quadri di Padre Pio all’uncinetto facevano da sfondo agli autoscatti di giovani uomini pronti a concedersi al primo che capitava. Quindi, cari i miei etero, non avete inventato proprio un bel niente, perché i selfie io li facevo già quando vostra madre era ancora vergine. Torniamo al nostro profilo di Romeo e proseguiamo nel compilarlo: dopo aver mentito sulle caratteristiche fisiche che comunque non guarda mai nessuno passiamo ai dati salienti che ci permetteranno di diventare le Paris Hilton di Grindr.
Ruolo
Potremmo fare un blog a parte su questo argomento in quanto ogni gay che cammina su questa Terra ha la propria opinione, mi limito ad illustrarvi la mia, prima però facciamo una premessa le idee che sto per illustrarvi sono mie pertanto non corrispondono alla verità assoluta; non esiste su questo argomento una posizione giusta o sbagliata ma possiamo solo visionare le varie interpretazioni. Infine dobbiamo necessariamente generalizzare, se qualcuno si sentisse offeso può sempre inviarmi le proprie rimostranze via mail, le archivierò nella cartella Il cazzo che me ne frega. Parliamo di ruoli nella coppia e in particolare modo di ruoli sessuali: attivo, passivo e versatile sono i tre ruoli generalmente riconosciuti ma tra uno e l’altro ci possono essere tantissime sfumature. Generalmente un uomo che si dichiara attivo è più propenso ad essere, come dire, il portatore del piacere sessuale, la chiavetta da inserire nella presa USB, il salame da lanciare nel corridoio. Il corridoio invece è proprio il passivo che è abituato e più avvezzo a ricevere l’amore, come una cassetta delle lettere che viene continuamente imbucata. Il versatile è quello che va sempre in vacanza alle Hawaii, dove primo lo prendi e poi lo dai. Siccome non esistono, come ho appena detto, solo il bianco e nero vi faccio uno schemino delle sfumature tra un ruolo e l’altro, e del vero significato che assumono sul social network protagonista del nostro studio sociologico oggi giorno:
Solo attivo = Attivo vero, che non puoi nemmeno guardargli il fondoschiena che si sente meno virile
Prevalentemente attivo = attivo dal lunedì al venerdì, nel weekend qualcosa lo lascia entrare
Attivo = Passivo
Solo passivo = Donna, nel senso biologico del termine
Prevalentemente passivo = Passivo
Passivo = Passivo
Versatile = Passivo costretto a fare l’attivo perché quello che gli piace è solo passivo
Agli esperti di marketing salterà subito all’occhio una cosa: c’è un sacco di concorrenza in quanto il 90% del genere appartiene allo stesso ruolo. Come riuscire allora ad avere successo sui social network gay? Bisogna dare grandi aspettative, far credere a chi sta visitando il nostro profilo di avere di fronte il Principe Azzurro. Viene in nostro aiuto Gay Romeo che mette a disposizione dei suoi utenti una scala di valutazione delle proprie parti anatomiche. Una cosa proprio romantica, una caratteristica che non lascia per niente intendere la natura e lo scopo del sito stesso. Siccome, come dicevo poco più su, la chiave del successo è la menzogna, queste misure non corrispondono chiaramente alla realtà ma non temete, grazie alla mia decennale esperienza posso interpretare per voi i vari valori. Specifichiamo che viene richiesto agli utenti di dare una valutazione della taglia del proprio pene dalla S alla XXL, specifichiamo anche che è non è assolutamente obbligatorio dichiarare le proprie misure ma chi non lo fa ha qualcosa da nascondere.
Dichiarano la taglia S le persone oneste che non hanno problemi a rivelare di essere dotate come un chihuahua, al contrario di quanti dichiarano la M. M come menzogna, perché uno con la M ce l’ha piccolo ma si vergogna di dirlo, discorso chiuso. Discorso complicato per quanti si dichiarano L, complicato perché a scuola devono avervi insegnato qualcosa di strano. Ho visto letteralmente decine di peni autodichiaratosi L e signori, abbiamo un problema. L sta per large, non per fagiolino, pelle di daino, spugnetta struccante, nocciolina, fusillo e quanto di più prossimo all’idea di minuscolo vi venga in mente. Maledetti, uno si aspetta una lattina di birra e si ritrova tra le mani un tubetto di dentifricio. E spreme, spreme con tutte le sue forze solo per farvi male perché ve lo meritate, luridi bugiardi. XL e vai sul sicuro, non troppo grande come Rocco ma nemmeno piccolo come Solange. XXL, Maria chiudo la busta.
Termina qua la puntata di oggi, spero di avervi fatto compagnia nelle vostre pause pranzo. Sono gradite le vostre segnalazioni ed i racconti delle vostre esperienze, direttamente qua nei commenti o via mail al solito indirizzo fabry@signorponza.com. La settimana prossima risponderemo alla domanda che tutti i gay ci fanno, cosa cerchi?
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