Metto i sandaletti al più piccolo mentre lui cerca ostinatamente di sfilarseli ancora. Carico in auto l’ingombrante passeggino doppio. Prendo pannolini, biberon, copertina e una bottiglietta di tè per ognuno. Sgrido i due più grandi che si rincorrono in giardino: finalmente salgono, infangando dappertutto.
«Hai preso le felpe?» «Sì, però ho dimenticato il ciuccio.»
Scendo, risalgo. Partiamo.
«Mamma, mi scappa la pipì». Smontiamo tutti di nuovo.
Spostare la famiglia solo per fare quattro passi in città è un’impresa. Lo stesso per prepararci tutti al mattino, o andare a letto alla sera, quando le energie sono già esaurite da un pezzo. Senza parlare naturalmente dei momenti di malattia e difficoltà, vere maratone di lavoro e ansietà.
Affaticato, mi chiedo se questa è vita.
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