Stavolta a Mario Monti è andata male. Ha provato strenuamente a difendere le pensioni d’oro dei supermanager pubblici ma è andato sotto in Senato grazie ad un emendamento di Italia dei Valori e Lega votato (strano ma vero) anche dal Pdl e da sette parlamentari del Pd. Sì solo sette, perché tutti gli altri del Pd (che figuraccia) hanno votato compatti contro il taglio alle pensioni dei più alti funzionari di Stato. Senza l’emendamento delle opposizioni, le pensioni dei supermanager pubblici sarebbero state tarate sullo stipendio del primo presidente di Cassazione La modifica è passata con 124 voti a favore (Idv; Lega, Pdl e sette parlamentari del Pd), 94 contrari (Pd e Terzo Polo) e 12 astenuti.Parliamo di funzionari che (vedi foto in basso) già nel corso della loro attività percepiscono stipendi impensabili in qualsiasi altra parte del mondo. Personaggi come Antonio Mastropasqua, presidente dell’Inps, che porta a casa oltre 1 milione di euro all’anno (benefit e privilegi vari esclusi), quattro volte più del presidente degli Stati Uniti. O come Attilio Befera, presidente di Euitalia (oltre 450.000 euro di compenso all’anno). Questa gente Monti voleva tutelare e garantire. Ma è stato battuto. “Al di là del fatto che il governo è stato battuto in Senato – commenta Silvana Mura dell’Idv- ma come e a chi è venuto in mente di tutelare le pensioni d’oro. Follia.”
Massimo Malerba