Ora. Io voglio proteggerlo dalle storielle. Voglio che non soffra, non come una volta, non più. Voglio che sia al sicuro con me, voglio essere in grado di farlo sentire al sicuro, lo voglio. E dopo tutti i desideri espressi, dopo tutte le conversazioni che abbiamo fatto, dopo gli sguardi, gli scambi di elettricità per la passione tra noi, le strette da lasciarti i lividi, le promesse, a me rimane nel fondo la paura.
E’ come se la nostra storia fosse un bellissimo vaso riempito di cose meravigliose ma che sul fondo ci siano dei pezzettini di paura. Per toglierla dovrei togliere quello che c’è sopra, dovrei praticamente svuotare il vaso, ovvero svuotarlo da tutte quelle cose che hanno tenuto ben saldo il rapporto. E come faccio? Come faccio a svuotare un vaso pieno di cose belle? Come faccio, avendo la certezza che quelle cose andranno perse? Così, rischiando, la paura la tengo, lì, in fondo a tutte le cose belle ricordando a me stessa che quello sarà sempre il fondo: le fondamenta ecco, e quando le fondamenta sono fatte di paura tutto quello che c’è sopra sarà sempre in bilico. Incertezze. Dubbi. “Forse”. “Non posso”. “Perché?”.
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