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E se...

Creato il 27 marzo 2014 da Girasonia76

E se...

E se un pomeriggio di una primavera anticipata mi trovassi di fronte a un foglio bianco, con ore vuote da riempire, un silenzio da annientare e la voglia di parlare con qualcuno di libri? E se avessi l'urgenza di raccontare quali sono i romanzi che ho amato, quali quelli che ho bevuto, vissuto, odiato, divorato? Quali letture mi hanno cambiata, annientata, colpita e affondata? C'è un posto adatto per farlo,un posto speciale che non avevo più. O meglio, ad averlo ce l'avevo, ma giaceva in stato di abbandono. Quando passavo di qui, non potevo che notare un accumulo di ragnatele e polvere. Ho iniziato a guardarlo con nostalgia, affetto e un pizzico di rimpianto. Come qualcosa che forse era andato per sempre ma non avevo ancora il coraggio di ammetterlo. O qualcosa che avrebbe potuto essere salvato, ma non avevo la forza di. Volevo solo capire cosa era andato storto, dove, quando e perché s'è rotto il filo di seta che ci univa, come direbbe Elisa. Pensavo che se non fossi riuscita a comprenderne il perché, non avrei mai potuto ritrovarlo. Ma qual era la chiave per risolvere quel mistero? Aspettavo che la risposta mi cadesse addosso a mò di rivelazione divina. Bé no, non accade così. Non ho avuto rivelazioni, non ho trovato risposte. So solo che se ora sto scrivendo è colpa di un pomeriggio vuoto, di un sole grande così e delle canzoni di Elisa che oggi particolarmente sembra siano tutte rivolte a me, e tutte mi dicono di riempire la pagina bianca. Cuore d'inchiostro uscirà dal suo letargo? Ho paura a dire di sì. E se poi ci ricasco? Se poi mi ritrovo ancora debole? Chiedo perdono a chi ha ancora il coraggio e la voglia di seguirmi, chiedo perdono per l'abbandono passato e per qualsiasi altro abbandono futuro. Non so cosa accadrà. So solo che i libri ci saranno sempre con me, e avrò sempre voglia di parlarne. Ma non so se riprenderà ad accadere qui con la stessa costanza di prima. Facciamo che inizio e vediamo quando o se mi fermerò.
Da dove cominciare? Da quel lontano 21 novembre, data del mio ultimo post: ne sono passati eccome di romanzi. E racconti. Più qualche saggio e alcune graphic novel. Una quantità di inchiostro che non riuscirò mai a riassumere ora. Perciò devo fare una scelta e sto meditando sul criterio. Un'idea ce l'ho. Potrei parlare di un italiano, un americano, un giallo, un libro per bambini, uno per ragazzi, un fantasy, uno ya, una graphic novel, un classico... Ma forse un inizio del genere non fa per me: se provo a partire in grande e poi non ci riesco, so già che mollo tutto prima ancora di premere il tasto "pubblica". Per ora mi limiterò a parlare di due romanzi, uno di un autore italiano e l'altro di un autore americano. Il resto verrà poi.
E se... Francesco Piccolo. Il mio primo contatto con l'autore è stato attraverso Momenti di trascurabile felicità, di cui se non sbaglio non ho ancora avuto modo di parlarvi ma già che l'ho tirato in ballo lo consiglio. Come una lettura per sentirsi momentaneamente meglio, per ricordare quel che non dovremmo dimenticare mai, per renderci conto che a volte basta un'idea semplicissima e il risultato è poesia. Il motivo per cui parlo di Piccolo è ben lontano da quei momenti di felicità. Mi riferisco qui a La separazione del maschio. Un romanzo che può far sorridere grazie allo stile dell'autore ma che fa anche incazzare, tanto. Un romanzo scritto da un uomo e incentrato sulla vita di un uomo. Una storia che potrebbe risultare maschilista ma che in realtà è soprattutto tanto egoistica. La separazione del maschio mette in luce i tratti più meschini dell'essere umano, mostrandoli nella loro naturalezza e umanità. Quasi ci si trova a dover accettare la poligamia perché il maschio "è fatto così". Rappresentazione di una realtà tanto assurda quanto probabilmente vera. Ci si interroga pagina dopo pagina, pur sempre con un sorriso e con un senso di sollievo sapendo che quel maschio non è l'uomo che noi abbiamo accanto, perché se solo lui fosse così noi ce ne saremmo subito accorte e l'avremmo messo alla porta già da un bel po'. Ma sarà davvero così? Formidabile Piccolo nella caratterizzazione del protagonista, nel coinvolgimento del lettore e ancora di più della lettrice, che vuole dissociarsi, dichiararsi contraria a ciò che accade ma non può fare a meno di sentire che forse, a volte, in qualche maniera distorta, la vita va proprio così. Ora sono già alla ricerca di Allegro Occidentale: Francesco Piccolo va letto e coltivato. Ah sì, 4 stelline all'autore, al maschio, e al libro tutto. Francesco Piccolo, La separazione del maschio, ed. Einaudi, €11,00.



E se... È il turno di Paul Auster, autore di cui vorrei poter dire: non ho mai letto nulla. Ma mentirei. In passato ho incontrato Auster e, ahimé, non l'ho apprezzato a dovere, anzi. Forse non era il momento giusto per lui, o forse semplicemente a me quel libro non è piaciuto punto e basta: fatto sta che Trilogia di New York mi ha fatto scappare a gambe levate. Ora mi guardo intorno e tutti lo osannano come un capolavoro: cos'è che non ho visto? Gli darò un'altra occasione? Magari. Sono sempre restia alle seconde occasioni da concedere ai libri mentre sono più propensa a concederle agli autori, buttandomi su altri loro romanzi.
Il fortunato in questo caso è Mr Vertigo: una rivelazione di romanzo. Se avevo odiato Auster in passato, Mr Vertigo è riuscito a farmi dimenticare, perdonare, e a trasformare l'odio nella possibilità di una seconda chance. Auster ci racconta una storia di un ragazzo e del maestro che gli insegnò a volare, diventando per lui qualcosa di molto simile a un padre. La storia ha del surreale ma non si trasforma in un racconto prettamente fantastico: è perfettamente inserita in un'epoca e in un paese (l'America degli anni '30) da risultare realistica in ogni suo aspetto, fatta salva quella fantomatica capacità di volare.  Attraverso la metafora del volo, Auster riesce a descrivere la vita di ogni uomo: sogni, limiti, paure e cambiamenti. A leggerne la trama potrebbe risultare una storia già sentita, fin troppo banale. Ma ha una marcia in più, ed è data dalla scrittura. Un po' romanzo di formazione, un po' favola moderna, Mr Vertigo regala pagine di grande scrittura, personaggi carismatici e trasmette una profonda passione. Passione dell'autore per lo scrivere, per il raccontare, per il creare.
Probabilmente il romanzo è lontano dai romanzi tipicamente austeriani, ma ha il pregio di avermi riavvicinata e riconciliata all'autore. Anche se il vero merito - a dirla tutta - spetta a "Curarsi con i libri", dove Mr vertigo era citato come soluzione alla balbuzie, se non erro. Non sono balbuziente ma ero curiosa di incontrare quel Balbetta Grogan di cui si parlava in quelle pagine.  (E che stupore quando poi l'ho ritrovato anche ne L'ultimo ballo di Charlot! - ma di questo libro vi parlerò, spero - in futuro). 5 stelline Paul Auster, Mr Vertigo, ed. Einaudi, €11,00.
Ce l'ho fatta a dare il via al risveglio del blog? Mi sa che lo scopriremo insieme nei prossimi giorni ;)

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