E se fosse questo il vero Aiki?

Data: 29 maggio 2013 Autore: Stefano Bresciani

Ieri notte non riuscivo proprio a chiudere occhio… i morsi della fame mi hanno spinto in cucina dove ho ingurgitato avidamente mezzo chilo di “abbracci”, dopo quelli respirati, sentiti, colti tra le numerose braccia che si muovevano rilassate a destra e a manca nel dojo Leno (BS), che coordino da quasi 4 anni. Beh, martedì 28 Maggio è stato come se in quel dojo vi fossero persone che si conoscono da molto più tempo, che hanno praticato insieme migliaia di volte e invece erano lì, con compagni vecchi e nuovi, tra cui alcuni amici venuti da Milano per divertirsi e apprendere INSIEME.

Mani che entravano in contatto l’un l’altra per la prima volta, anime che però sembravano parlare una lingua comune frutto dell’amore per la stessa disciplina – l’Aikido – che ogni volta mi sorprende, in senso sicuramente positivo!!! Una lezione filata liscia come l’olio, che ho condotto con crescente entusiasmo e gioia grazie alla presenza di aikidoka che hanno mostrato grande senso di appartenenza al mio gruppo della Bushidokai ShinGiTai. Un gruppo che ora non sento più mio… ma NOSTRO. Un dojo la cui porta (e le finestre) è sempre aperta, ben lieto di accogliere a braccia aperte chiunque vi voglia entrare mosso da spirito di amicizia.

Amicizia è la parola che meglio esprime il mio concetto attuale di “AIKI” per come lo sto vivendo in questo periodo, una fase estremamente evolutiva della mia vita (non solo come aikidoka) iniziata a seguito dell’illuminante seminario in Italia di Sensei Eckhardt Hemkemeier, che a sua insaputa ha costruito un ponte. Un ponte che voglio attraversare serenamente INSIEME a tutti i miei compagni di viaggio, appartenenti agli attuali 4 dojo Tendoryu che in realtà sembrano uno solo, una sola casa dove ci sente sempre a proprio agio e benvoluti (come ha espresso il grande Andrea Piccolo). Sarà di certo un viaggio lungo e tortuoso, come qualsiasi “DO”… ma col sorriso in volto e l’entusiasmo che ci accomuna non potrà che essere piacevole.

Marco Ronchetti, Sensei del Dojo Yamato Milano, a fine lezione ha riassunto uno dei pensieri che mi rimbalzano in testa da un paio di settimane, ovvero il “perché cercare altrove quello che abbiamo già?” a seguito di recenti episodi intestini che hanno innescato piccole incomprensioni sull’ampliare le nostre vedute e risorse ad altre scuole e stili. Lungi da noi chiudersi e quando i tempi saranno maturi sono certo che il “progettone aikido made in Italy” tornerà a farsi largo nelle nostre vite in hakama… ne sono convinto. Per ora accontentiamoci, o meglio godiamoci lo scambio didattico-gaudioso tra i dojo che stiamo costruendo INSIEME: dojo non fatti da sole mura ma da persone che con crescente ENERGIA (forse quel benedetto “ki” di cui tanto di parla e poco ancor si sa?) stanno portando avanti lo spirito giusto per crescere… e cresceremo!!!

L’unione di menti, corpi, anime che fluttuano su un tatami animato dall’ardente passione per l’aikido, mi ha permesso di comprendere ancora un pezzetto del significato che si cela dietro il termine “aiki”. Aiki viene letteralmente tradotto con “raggiungere l’armonia attraverso l’uso dell’energia” e credo che ieri sera, di armonia, ce n’era in abbodanza… Così, prima di andare a nanna, mi sono chiesto:

E se fosse questo il vero Aiki?

P.S.: non vedo l’ora di ricambiare il favore, o meglio il piacere di praticare INSIEME, che si ripeterà tra un paio di giorni, per non parlare di ciò che ci aspetta domenica…

P.P.S.: chiedo venia per il video, dovremo migliorare come posizionamento dell’Ipad, qualità dell’audio e montaggio… ma lo ritengo comunque un buon inizio per condividere un pezzetto di “aiki” con chi non c’era. Grazie a tutti!!!