Impossibile? Davvero? Esiste un paesino nel nostro entroterra nuorese, ormai un cumulo di rovine senza nome tra le quali pascolano magre pecore. La vita vi era dura e spesso i prodotti della terra non bastavano per tutti. Certamente i giovani in età di matrimonio, non avendo la possibilità di spendere, non erano in grado di invitare tutti i parenti e gli amici come avrebbero desiderato. Così, per ragioni di economia, si decise che si sarebbero sposati in un solo giorno nell’anno, il 1 novembre, e che si sarebbe data una sola festa a cui avrebbero potuto partecipare tutti.
La notte del 31 ottobre i giovani maschi presero così l’abitudine di festeggiare assieme il loro addio al celibato. Ed erano notti brave in tutte le bettole e taverne del paese. In breve, tutti puzzavano di vino. Era però costume che questi giovani andassero ad augurare la buonanotte alle fidanzate e questo lo dovevano fare da sobri, o perlomeno sobri dovevano sembrare davanti alle fidanzate e ai suoceri. Ed ecco che si diffuse l’uso di mangiare tanto aglio quanto si era bevuto vino, per neutralizzarne gli odori e non destare nell’amata nessun sospetto.
Halloween è nato così, tra l’aglio e il vino – pronunciate “allu” e “binu” poi storpiate in “Halloween”.