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E se i giovani si riprendessero la loro montagna?

Creato il 02 settembre 2011 da Amandacastello2010
E se i giovani si riprendessero la loro montagna?

Amanda Castello sul Monte Osero (PC)

Cari Amici di Pachamama,
vorrei condividere con tutti voi un mio articolo pubblicato sul maggiore quotidiano della mia città d’adozione, Piacenza, Libertà.

Una riflessione sulla montagna piacentina che credo sarà condivisibile anche da chi non abita sui nostri monti.

Buona lettura!

Il progressivo spopolamento delle vallate, la migrazione, apparentemente irreversibile, della forza lavoro giovanile verso le città e l’isolamento crescente degli anziani con gravi conseguenze sulla loro qualità di vita sono fatti conosciuti e dibattuti da anni. Piccole meritevoli iniziative sono state realizzate, molte in ambito privato, ma mancano delle politiche strutturali concrete, a livello regionale e provinciale.

Chi vive in queste zone, è costretto a confrontarsi quotidianamente con molteplici difficoltà, rese ancora più gravi nel caso di invalidità o vecchiaia. I servizi pubblici di trasporto non permettono agevoli spostamenti; le scuole, soprattutto quelle superiori, sono distanti e obbligano a lunghi spostamenti quotidiani; mancano centri culturali o biblioteche di facile accesso; ad eccezione del periodo estivo le attività culturali sono quasi inesistenti; … E’ lunga la lista degli inconvenienti e delle limitazioni che deve sopportare chi vive sui monti e si potrebbe continuare l’elenco. Sappiamo che i costi di produzione agricola sono alquanto superiori in montagna rispetto alla pianura, che le attività industriali non sono redditizie. Fanno eccezione occupazioni molto specifiche che dovrebbero essere sviluppate e sostenute (agriturismo, biologico, turismo rurale…).

 
E se i giovani si riprendessero la loro montagna?

Uno scorcio delle montagne

Le cause di questa situazione sono molteplici e legate a vari fattori che concorrono all’aggravamento dello spopolamento della montagna. Si osserva una circolazione esclusivamente verticale, cioè dalla montagna verso il capoluogo cittadino a valle, senza nessuna o pochissime comunicazioni di tipo orizzontale che potrebbero essere favorite, più funzionali e quindi convenienti. Parliamo quindi di una situazione irreversibile e senza uscita? Non è così. Esistono incentivi statali ed europei in favore delle iniziative imprenditoriali volte alla valorizzazione e alla promozione di aree definite svantaggiate.

Il Quinto programma quadro delle azioni comunitarie di ricerca, di sviluppo tecnologico e di dimostrazione (1998-2002) dell’Unione Europea affermava già che: “Migliorare la qualità della vita e della salute è una sfida importante che la Comunità intende affrontare contribuendo ad approfondire le conoscenze e a sviluppare le tecnologie nel settore delle scienze della vita. In questo contesto occorre migliorare la qualità di vita di tutti i cittadini europei, tenendo conto dei particolari problemi di alcuni settori della popolazione come gli anziani e i disabili. I progressi realizzati in questo campo concorrono, nel contempo, al rafforzamento della competitività delle imprese comunitarie. Essi aprono, infatti, prospettive nuove nei settori in cui la Comunità può contare su una forte tradizione quali la biotecnologia, l’agroindustria, la salute e l’ambiente, in cui continuano ad essere compiuti progressi”.(…)

E se i giovani si riprendessero la loro montagna?

La Pietra Parcellara

Alla prossima settimana per il seguito!


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