Non è raro assistere a discussioni o leggere articoli in cui sono chiari i riferimenti politici a questioni di parità nella differenza, alle quote rosa, alle pari opportunità tra uomini e donne ma nessuno evidenzia l’opportunità che il genere rosa possa essere seriamente considerato per alcune alte cariche dello Stato, si pensi al Quirinale o alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Fino a quando non sarà lasciato anche alle donne spazio politico effettivo, l’esercizio dei diritti resterà parziale, imperfetto, discriminatorio. Può sembrare una questione di poco conto ma rappresenta una pratica diffusa nel genere femminile assistere alla propria escalation in termini di carriera solo se legata a uomini di potere per condivisione di valori/disvalori, o per convenienze/scambi che intervengono in termini economici o voluttuosi. Riconoscere la possibilità della più alta carica dello Stato a una persona del “secondo sesso” potrebbe rappresentare uno slancio verso un cambiamento culturale.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nello scorso anno, l’aveva addirittura novellata come concretizzabile eventualità, compiacendosene. L’Italia attuale presenta molti problemi e deficienze sia dal punto di vista politico che economico ma le questioni di rilevanza civile non possono essere lasciate senza soluzione, pena la regressione a contesti di tipo medioevale. Partire dalle pari opportunità nella sfera politica potrebbe rappresentare un primo, grande passo verso il progresso della condizione umana.
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake
Inviato il 08 marzo a 13:47
Perchè dobbiamo già sapere che il prossimo Presidente della Repubblica sarà di nuovo un uomo? Io voglio che sia una donna. E propongo l'attuale MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, professoressa SEVERINO.