Immagine tratta da Terraferma, il film di Emanuele Crialese
Chi sono, oggi, gli Ulisse moderni? Chi potrebbe raccogliere nel nostro mondo l’eredità del protagonista dell’Odissea ed incarnare la figura di un “viaggiatore” così sfaccettato come quello del poema di Omero?
Non sono stata io a farmi questa domanda, l’hanno fatto ieri in radio e mi è sembrata un’ottima riflessione da condividere con voi.
Come quasi tutti i giorni in questi mesi in cui mi trovo a casa con il mio bimbo, anche ieri ero sintonizzata sulla mia radio, quella con la frequenza fissa in casa nostra, ovvero Radio Capital. Nello specifico, era l’ora di Capital in the world, il programma di Doris Zaccone dedicato ai viaggi ed ai viaggiatori (ai cui microfoni ho avuto la grande emozione di essere ospitata anche io con Che Libro mi porto!) e la domanda era proprio quella: chi pensate possa essere oggi Ulisse?
Ora, se pensiamo al personaggio di Omero in termini di avventure per mare e coraggio, c’è un uomo, di oggi e proprio un italiano, che vi viene in mente? Sì, lui, Giovanni Soldini, il navigatore, e chi altri in effetti potrebbe evocarci questa mescolanza di libertà e ignoto, fascino e rischio? Lo hanno pensato anche gli ascoltatori, ponendolo al primo posto di questa ipotetica lista di Ulisse della modernità. Poi però è arrivata la riflessione dell’ospite in studio, il giornalista e scrittore Mario De Santis, a rimescolare un po’ le carte e i punti di vista. “Se penso a un’odissea moderna penso ai migranti“, questo il suo pensiero.
Ed in effetti. Chi è oggi che affronta il pericolo di un viaggio ignoto? Se Ulisse doveva tornare a casa, loro di casa ne cercano una nuova, e il viaggio è un viaggio errante, e lungo, e drammatico. Sì, mi è decisamente piaciuta questa riflessione, come mi sono piaciuti i consigli di lettura lanciati proprio da De Santis intorno al tema dei migranti e che condivido con voi:
“Non dirmi che hai paura”, di Giuseppe Catozzella, la storia vera e drammatica di Samia, l’atleta di Mogadiscio morta nell’attraversare il Mediterraneo.
E “Nel mare ci sono i coccodrilli”, di Fabio Geda (a proposito, qui ne trovate una citazione sulla mappa letteraria di Cityteller) altra storia vera, quella di un bambino afghano, Enaiatollah Akbari, e della sua fuga in Italia.
Due storie vere, due destini diversi, a cui io ne aggiungo una terza, che vera potrebbe essere anche lei, a cui non ho potuto fare a meno di pensare (facile, direte, voi, con quel titolo): si chiama “Ulisse da Baghdad“, romanzo scritto da Eric-Emmanuel Schmitt. Racconta l’odissea moderna di un iraniano, Saad Saad, per approdare in Europa.