Il tema, detto così, parrebbe noioso e pesante. Perché spiegare l’etica ai ragazzi?
Per farne cittadini coscienziosi? In parte. Perché diventino adulti migliori di molti odierni? Forse. Per sperare in una società futura più giusta e corretta? Probabile.
Ma io credo che lo scopo fondamentale del libro “E se nessuno mi becca?” di Bruce Weinstein, edito da Il Castoro, sia diverso e più importante.
Parlare di etica ai ragazzi può indubbiamente essere un investimento per il futuro ma è sicuramente, e prima di tutto, uno strumento valido per il presente.
Perché non è necessario puntare lo sguardo sul lungo periodo: i giovani e i giovanissimi hanno bisogno nel loro momento attuale di vita di discernere i comportamenti, di analizzare le motivazioni, di far luce sui dilemmi morali e di risolvere i conflitti di coscienza di tutti i giorni, quelli a loro familiari, urgenti, necessari.
Certo sarebbe compito della famiglia, della scuola e indubbiamente molti genitori e insegnanti già si pongono come guida dei loro figli, aiutandoli a formare la loro stella polare etica.
Ma, soprattutto nell’adolescenza, i conflitti, le ribellioni, i moti avversativi, che sono sacrosanti per la formazione di una propria identità e un proprio spirito critico, intervengono a creare fratture e a rendere difficile un dialogo equilibrato e un recepimento privo di diffidenze.
E allora un libro, soprattutto se reso nella forma accattivante di un manuale agile e divertente, che sia calato nella realtà dei ragazzi, che metta in scena le loro situazioni più comuni, e intervenga in maniera rispettosa, non didascalica, perfino divertente, può aiutare.
Magari anche a far nascere domande o punti aperti che si possono poi girare in famiglia o a scuola, favorendo il confronto e il dialogo (come l’autore stesso suggerisce).
Non è mai troppo presto per parlare di etica, casomai il rischio il più delle volte è che sia troppo tardi.
Anche il mondo dei nostri figli adolescenti è ricco di tentazioni alle quali è facile rispondere con la convenienza, con il comportamento più comodo, quello che costa meno fatica o produce il maggiore tornaconto.
E non è mai anacronistico discutere di morale, perché in fondo la morale non è altro che la condotta che ci fa stare maggiormente in pace con noi stessi e con gli altri.
Semoplicemente la capacità di vivere in relazione, con sé e con il prossimo, in maniera armonica e amorevole.
Il libro, illustrato dalle spassose vignette di Tuono Pettinato – buffe, un po’ irreverenti, dinamiche ed espressive – è composto da una parte introduttiva che espone i cinque punti fondamentali – “i cinque principi per la via” vengono chiamati – sui quali si può strutturare un ragionamento, e quindi un comportamento, etico.
Nulla di troppo complicato o che non sia il buonsenso stesso a suggerire. Qui si parla di non fare del male a nessuno (né a se stessi né agli altri), di lasciare il mondo un po’ meglio di come lo si è trovato, di rispettare sé e il prossimo, di essere giusti (equi) e di essere amorevoli, cioè gentili, empatici, cordiali e ben disposti.
Bastano questi pochi pilastri, secondo l’autore, per avere un faro guida nelle situazioni, anche quelle più difficili.
Mescolandoli e sapendoli applicare si possono risolvere dilemmi. Perlomeno mentali, essere poi i grado di applicarli davvero sarà frutto di impegno, coraggio e determinazione.
Successivamente, in brevi capitoletti, vengono esposte situazioni tipiche della vita dei ragazzi, nelle quali il dubbio su come comportarsi può sorgere.
Sotto forma di domanda-e-risposta vengono affrontate problematiche tipo che riguardano l’amicizia, lo sport, le relazioni amorose, la difesa da bulli e prepotenti, il mondo virtuale, la scuola, il lavoro, il proprio mondo interiore, e così via.
Si tratta sempre di circostanze piuttosto comuni, nelle quali la maggior parte dei ragazzi facilmente può incappare: copiare un compito in internet o dal vicino di banco, vincere una gara con l’imbroglio, mantenere la parola data, rispondere ad una provocazione, lasciare un fidanzato o una fidanzata, accettare di fare qualcosa contro il proprio desiderio, trovarsi in una relazione affettiva dove c’è una disparità di potere, scaricare film dalla rete, ferire un amico con un parere, dire o meno la verità, essere confidenti di un segreto, denunciare o meno un comportamento altrui sbagliato….Tante questioni, tanti esempi, dilemmi più o meno facili da sciogliere, più o meno delicati, più o meno importanti.
Le risposte che vengono date, pur essendo abbastanza nette, non appaiono pedanti o didascaliche; il lettore è portato a seguire un ragionamento, a porsi davanti alle diverse possibilità e a decidere.
Una sorta di modello di “problem solving” già utilizzato, ad esempio, nelle terapie cognitive-comportamentali, secondo il quale il ragazzo è stimolato a immedesimarsi nella situazione, a vagliarne gli aspetti e le vie d’uscita, a confrontarle con il proprio vissuto, ad esercitare uno spirito critico “guidato”.
Condividere o no il punto di vista dell’autore sarà poi una scelta ma è indubbio che le argomentazioni sono ben strutturate e nessun argomento viene affrontato superficialmente o con scarsa sicurezza.
Ciò che risulta interessante è che i principi etici non vengono percepiti come calati dall’alto – perché dettati da un dio o da un genitore – ma davvero come funzionali ad un maggiore benessere esistenziale, ad una migliore percezione di sé.
Si potrebbe obiettare che un ragazzo che non dorme tranquillo se non si è comportato secondo un codice morale è un ragazzo che ha già formato la propria coscienza e che quindi, in un certo senso, questo è un libro per chi già un’etica ce l’ha.
In parte è vero, però ha il pregio di un’ottima struttura e una chiara argomentazione, di affrontare problemi concreti, pertinenti alla realtà adolescenziale, di porsi come guida funzionale, pratica, agevole, accattivante, chiara.
L’adolescenza inoltre è un periodo di gran confusione, durante il quale mettere un po’ d’ordine non fa mai male. Rendere solido ciò che sovente è nebuloso, sfuggire alla pratica del “così fan tutti”, porsi domande, mettersi in discussione, darsi un obiettivo, confutare il pessimo esempio che viene dagli adulti, imporsi di non cedere alla massima dell’imbroglio che se non è svelato è come se non fosse stato praticato.
Consiglio la lettura di questo libro sia ai ragazzi che agli adulti che li accompagnano. Bello sarebbe condividerlo, confrontarsi sui temi e le soluzioni, parlare, discutere, crescere. E magari, perché no, anche mettere in dubbio, ma restando sempre fedeli alla propria coscienza.
Qui l’ultima pagina:
[E’ appena nato il blog omonimo ispirato al libro E SE NESSUNO MI BECCA? Si tratta di uno spazio online a disposizione di tutti, uno spazio collettivo di confronto, incontro, dibattito e riflessione.
Il blog, curato dalla scrittrice e docente Annalisa Strada, anche autrice del progetto didattico relativo al libro, proporrà ogni settimana riflessioni e proposte, e sarà un invito a raccogliere le esperienze e le testimonianze dirette di ragazzi, insegnanti, educatori e genitori che si stiano confrontando con il tema all’interno della scuola, di gruppi di aggregazione e famiglie, o più semplicemente nella vita di ogni giorno]
Se il libro ti piace, compralo qui: E se nessuno mi becca? Breve trattato di etica per ragazzi