Ma siamo proprio sicuri che bisogna sempre crescere, ogni anno crescere? Nei sistemi economici moderni esiste una sola professione di fede: la crescita economica. Si tratta di quel complesso di fenomeni che riguarda l’incremento della ricchezza, dei consumi, della produzione di merci, dell’erogazione di servizi, dell’occupazione, della ricerca scientifica e dello sviluppo delle nuove tecnologie. All’opposto della crescita c’è quello che gli economisti chiamano “stagnazione” e “recessione”. La crescita economica è un’idea relativamente recente che si è affermata in epoca moderna con l’avvento del capitalismo e della classe borghese. Tuttavia non viene mai adeguatamente sottolineato che la crescita di un paese avviene sempre a danno di qualcun altro. Il dogma collettivo dello sviluppo economico (in Italia abbiamo un ministero con questo nome, non a caso presieduto da un banchiere) rientra in un’adesione incondizionata al sistema competitivo che domina i principali mercati capitalistici del mondo. Ciò che non viene contemplato in questo sistema è l’appagamento. Intendo dire che una volta soddisfatti i bisogni essenziali e raggiunto un grado ottimale di vita individuale e collettiva, per quale ragione si dovrebbe ostinatamente continuare a perseguire l’idea della crescita? E soprattutto perché in nome di essa devono essere messi a repentaglio felicità, lavoro, vita degli uomini? Ricordiamo allora quello che scriveva Pasolini: “La parola sviluppo ha oggi una rete di riferimenti che riguardano un contesto indubbiamente di destra. Chi vuole infatti lo sviluppo? Cioè, chi lo vuole non in astratto e idealmente, ma in concreto e per ragioni di immediato interesse economico? È evidente: a volere lo sviluppo in tal senso è chi produce; sono cioè gli industriali”. Il mantra che sentiamo ripetere oggi secondo cui, a fronte della mancata crescita economica, avanzerebbe lo spettro di un’immane catastrofe sociale è in realtà un ricatto. La domanda che andrebbe posta ai governi è allora la seguente: e se passassimo da un sistema competitivo a uno cooperativo?
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E se passassimo da un sistema competitivo a uno cooperativo?
Creato il 11 gennaio 2012 da AndreapomellaPotrebbero interessarti anche :