Sono uno di quelli che rientra nel gruppone degli “indecisi”, in termini elettorali s’intende! Ma la mia indecisione non è per chi votare, ma se disertare le urne e quindi astenermi, oppure annullare la scheda! Questa è la mia indecisione.
Monti, Tremonti, Berlusconi, Bersani, Fini, Casini, Grillo, Ingroia, Fratelli d’Italia e liste civiche.
Coalizioni, alleanze, inciuci, maggioranze incestuose per racimolare quei numeri necessari a governare comuni, province, regioni e la nazione intera.
Ma in Italia c'è un partito di maggioranza assoluta:
il partito del non voto!
Di fatto quello dell'Astensione è il primo partito italiano.
La gente per bene diserta le urne per stigmatizzare tutto il suo disprezzo per una casta i cui costi non sono più sostenibili! Occorre tenerlo presente anche la sera del 25 febbraio quando chi legittimamente, chi senza averne i numeri, festeggerà comunque la vittoria, seppure di Pirro, del proprio schieramento e dei propri eletti.
Quando più della metà degli aventi diritto, diserta le urne, senza considerare le schede nulle e quelle bianche, è sintomo di un malessere generale, di un disagio diffuso e di una protesta che le forze politiche farebbero bene ad affrontare con serietà.
E’ pesante rinunciare ad un proprio sacrosanto diritto, quale il voto, specie in una società che sta smarrendo il senso del diritto, nel nome del profitto e del libero mercato.
Ma a volte, come atto estremo, è oltremodo “doveroso” rinunciare ad un diritto sacrosanto come “il voto”, soprattutto quando votare ha lo stesso sapore di quell’ora d’aria che si concede ai carcerati prima di tornare nuovamente dietro le sbarre.
Voti tizio. Voti caio. Voti sempronio. Ma, poi, tutto resta come prima, peggio di prima! Non cambia mai niente! Non accade mai nulla di nuovo in questo Paese!
E’ molto più probabile che vi accada qualche disgrazia mentre andate al seggio, piuttosto che il vostro singolo voto conti qualcosa e determini dei reali cambiamenti.
Oggi come oggi il vero "voto inutile" è il voto stesso!
Allora astenersi val più che votare “il meno peggio” turandosi il naso!
Il non voto è il figlio illegittimo dell’ideologia violentata, dell'ideologia che non c’è più, dell’ideologia tradita dai partiti politici e asservita ai mercati, dell’ideologia che ha abdicato al potere economico della finanza globale. E pensare questo non è assolutamente "qualunquismo", perché non è vero che “loro” sono tutti uguali. Ci sono politici per bene, la cui colpa, grave, gravissima, imperdonabile, è stata quella di aver soccombuto ai corrotti e ai disonesti per non restare fuori dal “giro”!
Il non voto è, pertanto, scontro, rivoluzione, lotta di classe, che contrappone “chi lavora e produce” a “loro”, i lampioni senza olio, i mangia pane a tradimento di una politica che nulla fa per il bene comune, ma che sta lì solo per sistemare i propri affari.
Il non voto contrappone chi è costretto a pagare le tasse e chi le tasse le evade o le elude.
Il non voto è la linea di confine tra chi porta avanti coscienziosamente la propria esistenza e chi no.
Il non voto è una forma di delegittimazione della casta, è il segnale forte e democratico dell’acuirsi dello scontro fra la classe politica e la maggioranza della popolazione, fra coloro che occupano le stanze dei bottoni e la gente per bene che ormai sa che da “loro” non può aspettarsi niente di buono e che per risolvere i propri problemi deve arrangiarsi da sola!
E’ soprattutto per una questione di dignità e di rispetto, per se stessi e per gli altri, che si disertano le urne.
La gente per bene non cessa di essere "spremuta e violentata" e non pensa di vivere in uno Stato libero e democratico solo perché gli si permette di votare ogni “tot” anni.
Astenersi significa dare un segnale forte in tal senso.
Astenersi è la moderna, pacifica, democratica e civile rivoluzione!
Magazine Attualità
Sono uno di quelli che rientra nel gruppone degli “indecisi”, in termini elettorali s’intende! Ma la mia indecisione non è per chi votare, ma se disertare le urne e quindi astenermi, oppure annullare la scheda! Questa è la mia indecisione.
Monti, Tremonti, Berlusconi, Bersani, Fini, Casini, Grillo, Ingroia, Fratelli d’Italia e liste civiche.
Coalizioni, alleanze, inciuci, maggioranze incestuose per racimolare quei numeri necessari a governare comuni, province, regioni e la nazione intera.
Ma in Italia c'è un partito di maggioranza assoluta:
il partito del non voto!
Di fatto quello dell'Astensione è il primo partito italiano.
La gente per bene diserta le urne per stigmatizzare tutto il suo disprezzo per una casta i cui costi non sono più sostenibili! Occorre tenerlo presente anche la sera del 25 febbraio quando chi legittimamente, chi senza averne i numeri, festeggerà comunque la vittoria, seppure di Pirro, del proprio schieramento e dei propri eletti.
Quando più della metà degli aventi diritto, diserta le urne, senza considerare le schede nulle e quelle bianche, è sintomo di un malessere generale, di un disagio diffuso e di una protesta che le forze politiche farebbero bene ad affrontare con serietà.
E’ pesante rinunciare ad un proprio sacrosanto diritto, quale il voto, specie in una società che sta smarrendo il senso del diritto, nel nome del profitto e del libero mercato.
Ma a volte, come atto estremo, è oltremodo “doveroso” rinunciare ad un diritto sacrosanto come “il voto”, soprattutto quando votare ha lo stesso sapore di quell’ora d’aria che si concede ai carcerati prima di tornare nuovamente dietro le sbarre.
Voti tizio. Voti caio. Voti sempronio. Ma, poi, tutto resta come prima, peggio di prima! Non cambia mai niente! Non accade mai nulla di nuovo in questo Paese!
E’ molto più probabile che vi accada qualche disgrazia mentre andate al seggio, piuttosto che il vostro singolo voto conti qualcosa e determini dei reali cambiamenti.
Oggi come oggi il vero "voto inutile" è il voto stesso!
Allora astenersi val più che votare “il meno peggio” turandosi il naso!
Il non voto è il figlio illegittimo dell’ideologia violentata, dell'ideologia che non c’è più, dell’ideologia tradita dai partiti politici e asservita ai mercati, dell’ideologia che ha abdicato al potere economico della finanza globale. E pensare questo non è assolutamente "qualunquismo", perché non è vero che “loro” sono tutti uguali. Ci sono politici per bene, la cui colpa, grave, gravissima, imperdonabile, è stata quella di aver soccombuto ai corrotti e ai disonesti per non restare fuori dal “giro”!
Il non voto è, pertanto, scontro, rivoluzione, lotta di classe, che contrappone “chi lavora e produce” a “loro”, i lampioni senza olio, i mangia pane a tradimento di una politica che nulla fa per il bene comune, ma che sta lì solo per sistemare i propri affari.
Il non voto contrappone chi è costretto a pagare le tasse e chi le tasse le evade o le elude.
Il non voto è la linea di confine tra chi porta avanti coscienziosamente la propria esistenza e chi no.
Il non voto è una forma di delegittimazione della casta, è il segnale forte e democratico dell’acuirsi dello scontro fra la classe politica e la maggioranza della popolazione, fra coloro che occupano le stanze dei bottoni e la gente per bene che ormai sa che da “loro” non può aspettarsi niente di buono e che per risolvere i propri problemi deve arrangiarsi da sola!
E’ soprattutto per una questione di dignità e di rispetto, per se stessi e per gli altri, che si disertano le urne.
La gente per bene non cessa di essere "spremuta e violentata" e non pensa di vivere in uno Stato libero e democratico solo perché gli si permette di votare ogni “tot” anni.
Astenersi significa dare un segnale forte in tal senso.
Astenersi è la moderna, pacifica, democratica e civile rivoluzione!
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