E se troviamo un rapace ferito?

Creato il 23 ottobre 2012 da Amandacastello2010

Numerosi sono i rapaci vittime di incidenti, investiti dalle auto, intrappolati nei cavi elettrici, colpiti durante le battute di caccia, catturati dai bracconieri, nonché uccisi dal veleno per le volpi sparso nei boschi dai cacciatori. Il veleno, nascosto in bocconcini di carne, causa la morte delle volpi, ma anche dei cani da caccia o randagi, dei gatti e degli uccelli che si cibano di carne, ad esempio quelli notturni.

La legge italiana non permette ai privati cittadini la detenzione di fauna selvatica, neanche con fini positivi come la cura per il rilascio.
Se trovati in difficoltà, gli uccelli vanno consegnati il prima possibile ad un Centro Recupero riconosciuto.
In molte regioni italiane esistono dei centri di recupero per rapaci feriti. Una gran parte è gestita dalla Lipu e dal WWF, altri nascono da iniziative private.

A Sirmione, sul Lago di Garda, il RAF (Rifugio Animali Felici), dopo anni dedicati a soccorrere cani e gatti abbandonati, ha deciso di lavorare alla creazione di un centro di accoglienza e di cura per rapaci.
Anche nel Parco Naturale Dolomiti Friulane esiste un ospedale per rapaci.
Il Centro recupero di Andreis, in provincia di Pordenone, accoglie rapaci diurni e notturni principalmente delle zone limitrofe.
Tra i rapaci diurni più frequenti: il Falco Pecchiaiolo, il Falco Cuculo, il Falco Pellegrino, il Gheppio e il Lodoaio, (della famiglia dei falchi), il Nibbio Bruno, lo Sparviero, l’Astore, la Poiana, l’Aquila Reale e l’Albanella.
Tra i rapaci notturni: il Barbagianni, l’Assiolo, la Civetta, l’Allocco, il Gufo Reale, il Gufo comune, il Gufo di Palude.

Una zona del Centro è riservata all’ambulatorio veterinario, al laboratorio, all’area di terapia, di degenza e di riabilitazione.
I rapaci feriti hanno bisogno di calma e di silenzio per guarire, riacquistare la loro capacità di volare e di nutrirsi da soli.
E’ quindi importante ridurre allo stretto necessario il contatto con gli esseri umani che spesso sono all’origine della loro disavventura. L’altra zona del Centro è invece destinata al pubblico. I responsabili si prodigano per spiegare ai visitatori l’importanza della loro missione e per insegnare il senso di responsabilità verso i rapaci e gli animali selvatici in genere.
Molte scuole prenotano delle visite guidate. Il centro ha inoltre edificato una grande voliera per gli uccelli incapaci di ritornare alla vita selvatica.
Si possono così ammirare da vicino questi splendidi rapaci ed imparare a conoscerli.

Illustrazione di Michela Salotti

Alcuni consigli utili per salvare un piccolo uccello predatore (e non solo) in natura. (Fonte Wikipedia)
Gesti semplici:
– dopo un forte vento, non è mai bene portare a casa giovani gufi caduti a terra. Basta lasciarli sul posto, bene in vista, su di un ramo ad altezza uomo: i genitori attenderanno la tua partenza per nutrirli.
– Attenzione, se li posizioni fuori dalla loro vista, non se ne occuperanno e i piccoli moriranno di fame (Consiglio valido per tutti gli uccelli).
Tutelare l’ambiente e l’equilibrio delle aree rurali tradizionali:
– piantare siepi e alberi da frutto (la ricomposizione fondiaria è un disastro per tutte le specie).
– Piantare e potare i salici e prendersi cura di tutti i vecchi alberi che presentano delle cavità…
Proteggere i rapaci notturni e i loro luoghi di nidificazione:
– non disturbare mai un gufo che sta covando in un albero, in un nido o in un edificio (generalmente in primavera, da marzo a maggio a seconda delle specie).
Se ha nidificato nel tuo garage, non infastidirlo! (Non preoccuparti, è questione di un mese).
– Lasciagli degli accessi per consentire al gufo di arrivare al suo nido…
Azioni semplici o più elaborate:
– dove i luoghi di nidificazione sono carenti, costruisci una casetta con una cavità. (Se hai bisogno contatta un’associazione di protezione degli uccelli).
E’ importante favorire la preservazione delle nostre campagne ed impegnarsi maggiormente per:
– limitare, o meglio evitare, l’uso di pesticidi in giardino o frutteti,
– utilizzare prodotti locali mantenendo le specie di frutti tradizionali,
– sostenere le associazioni che proteggono e ad agiscono per aiutare i gufi e gli uccelli in generale…

Quante informazioni utili, vero?
Ti dirò di più…
Ho scritto un libro che parla di questo e molto altro. Si intitola A spasso con Padì lungo il ciclo della vita.


E’ destinato ai ragazzi dai 7 anni in su, ma chiunque può leggerlo!
I temi proposti seguono un iter mirato a suscitare emozioni crescenti.
Vengono affrontati concetti, argomenti e sentimenti complessi, a partire da vicende che hanno come protagonisti la natura e gli animali.
Da come nutrire un uccellino caduto dal nido a come affrontare la perdita di un nostro caro amico a 4zampe.
Consigli pratici ed emozioni delicate e difficili da gestire.

A spasso con Padì lungo il ciclo della vita non è un libro qualsiasi!
E’ arricchito da splendide fotografie e disegni.

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Buona lettura!


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