Quanta polvere togliamo dalle nostre case?
Forse gli uomini che escono al mattino presto per lavorare e tornano la sera non lo sanno, anzi non lo sanno di sicuro. Ma le padrone di casa, le casalinghe, e le casalinghe che pure lavorano, lo sanno. È incredibile quanta polvere entri in casa, si infili negli angoli e sotto i mobili. Nelle fessure, sui davanzali, sotto i centrini, nelle cornici, quanta si incastri nei piedi delle sedie e dei tavoli, si appiccichi nella cappa o nel maniglione del frigorifero. Quanta se ne annidi sotto i letti e nella stanza degli ospiti che non apriamo mai.
Questa cosa qui mi ha sempre affascinato. Passi l’ aspirapolvere e quello che sembrava invisibile prende una forma, uno straccio in microfibra cambia colore facilmente. Lavi per terra e ancora, lavi polvere tra le pianelle. Non la puoi fermare, puoi solo toglierla a piccole dosi in attesa che torni. Silenziosa. Puntuale. È solo polvere, ma ti costa tirarla via, tirare giù l’ opaco a favore dei colori, ti costa arrivare ovunque o provarci, dare alle tue cose una sembianza di nuovo. Con una scadenza.
Dalla polvere a te il pensiero è breve. T’ infili anche tu ovunque, tu, sai meglio di me cosa sia la mia casa. Nei pensieri, negli sms, nelle foto, nelle ossa. Silenziosa. Puntuale. Ma che appuntamento ti ho dato, io? Vado in giro per toglierti, perché le cause perse mi son sempre piaciute. Mi costa cercarti per tirarti via, mi costa ammettere che tu ci sia, anche dopo la seconda passata. Quanto ti tolgo è quanto torni. Combatto contro il ciclo dell’ acqua svuotando il mare con un secchiello. E che gli farò? Quanto riderà Dio di me da lassù?
Non lo so. E noi cosa ci faremo?
In attesa che tu ti accorga delle mie prigioni in cui vivi, prendi queste quattro parole in croce. In attesa che sia un altro giro, un pochino più lontano… questi brividi non sono in affitto. Vai ad amare per prenderteli. Sono come te, come polvere, non li vedi ma s’ impadroniscono di ogni cosa. Chi mai si potrebbe mettere contro la polvere? Fa ridere. Ed è un velo sottile, silenzioso, puntuale la cui colpa è quella di farci vedere le cose come sono, usate, abusate, consumate, o solo per poco nuove.
Tutta questa forza che esplode negli spiragli, e che però, minimizzando, diciamo ” è solo polvere”.