ORA NEI CINEMASE TI PIACE GUARDA ANCHE: Fiore di cactus, La dura verità .
TRAMA
Un chirurgo plastico sui quaranta (Adam Sandler) perde la testa per una ventenne mozzafiato (Brooklyn Decker) , ma l’unico modo per conquistarla è…fingersi sposato e perciò coinvolge nella sua messa in scena la sua assistente single (Jennifer Aniston) e i di lei figli.
RECENSIONE
Dennis Dugan dirige per la sesta volta Adam Sandler e si ispira a un film del 1969 che valse l’Oscar a Goldie Hawn: Fiore di cactus per abbassarne i toni e le ambizioni e fare l’ennesima commedia volgare statunitense, per una volta tradotta con un titolo migliore dell’originale.Nulla di nuovo insomma per Adam Sandler e Jennifer Aniston, condannati a interpretare lo stesso ruolo e a ripetere la stessa formula, quella del film comico statunitense che in fondo non ha molte differenze da quello italiano: umorismo di grana grossa con gag a sfondo sessista, omofobo, sessuale e soprattutto escrementizio (il tormentone del film è il nome assegnato alle feci, che è poi quello dell’odiato personaggio interpretato da Nicole Kidman).
E ancora una soundtrack radiofonica inutile, una regia anonima naturalmente priva di qualsiasi ambizione artistica e una carrellata di bellezze mozzafiato: la strabiliante quasi esordiente Brooklyn Decker e la sorpresa Jennifer Aniston che a 42 anni sfoggia un fisico strabiliante.
Ma oltre alla gara in bikini c’è n’è anche una di seduzione tra la Signora della Commedia disimpegnata e l’ex Signora del cinema serio: parlo di un’autoironica (e disperata) Nicole Kidman, alla quale viene data della merda e della rifatta per poi essere battuta dalla Aniston, non solo nella finzione. Negli ultimi 12 anni, mentre l’ex Signora Cruise è passata da Kubrick e Von Trier a questa commedia goliardica, collezionando solo flop commerciali e interventi estetici sbagliati, l’ex Signora Pitt recita sempre lo stesso ruolo, ma al meno lo fa con radiosità, macinando un successo dopo l’altro e diventando sempre più bella. È infatti lei a strappare la scena a Adam Sandler, che occupa una prima mezzora incolore e indigesta per poi cedere il posto all’ex star di Friends, la cui verve da commediante raggiunge gli apici nei duetti con la Kidman, la cui bravura è rimasta intatta. Ed è questa la differenza con la commedia pecoreccia nostrana (l’aggettivo si addice molto visto che le pecore hanno un ruolo comico importante nel film): una star capace di irradiare luce propria e un Premio Oscar nei comprimari. Al quadretto si aggiungono due bravi baby attori.

IN POCHE PAROLEUna commedia che infastidisce per la solita banalità della formula e per le battute volgare ma che alla fine si fa apprezzare per le numerose e liberatorie risate. Per una serata in cui si vuole staccare dalla tragicità del presente.
VOTO: 5,5




COMMENTI (1)
Inviato il 13 aprile a 14:43
"Negli ultimi 12 anni, mentre l’ex Signora Cruise è passata da Kubrick e Von Trier a Minghella, Luhrmann, Noah Baumbach, Rob Marshall, Pollack a una nomination all'oscar fresca di un mese e 700 milioni di dollari incassati"...Ecco se foste stato un articolo serio ci sarebbe stato scritto tutto questo. Ma siccome questo articolo non è serio allora è possibile vederci scritto di tutto. Complimenti, continuate così. Continuate a essere superficiali e ad insultare uno dei più grandi talenti di Hollywood degli ultimi 20 ann. Come se crescessero sugli altri eh? Poi, accusare una commedia di sessismo e poi chiamare l'una "ex signora Cruise" e l'altra "ex signora Pitt" è davvero coerente. Ma tanto questo è un articolo poco serio...