Giornata di caldo afoso ieri, l’ho anche scritto che è arrivato Scipione, l’Africano!
Non poteva essere non so, Sven il finlandese!!! Macchè, proprio l’Africano ci tocca!
E giù a sudare.
Così ieri sera, terminato il lavoro, accaldato e stanco ho fatto ritorno a casa.
Non ne potevo più, non vedevo l’ora di farmi una doccia fredda, di abbassare la mia temperatura corporea di almeno due o tre gradi.
Piccole gocce di sudore imperlavano la mia fronte scendendo fino alla base del collo e più in giù nella schiena e mentre attraversavo il giardino a grandi falcate già assaporavo l’acqua fresca che a brevissimo avrei bevuto direttamente dalla bottiglia nel frigorifero.
Nella mia mente non lucida mi sembrava di vedere un paesaggio desertico fatto di sabbia, con i cactus al posto dei marusticani rossi che invece fanno ombra nel prato.
Ed avevo impresso in mente l’immagine classica della persona persa nel deserto che striscia lasciando una scia irregolare nella sabbia cocente e che, con i vestiti stracciati, alza una mano come debole e forse ultimo tentativo di trovare un minimo di sollievo dal sole implacabile.
Finalmente in casa!!!
Le tapparelle abbassate quasi fino in fondo dappertutto tranne in sala, perché G. dice che le sembrerebbe di stare nelle catacombe.
Le donne, le conosciamo tutti vero??!!
Comunque la temperatura era accettabile!!
Si stava bene.
G. si avvicina, mi guarda un po’ sott’occhi (si dice così ??!, avete presente la persona che porta gli occhiali e che se li sposta leggermente verso l’estremità del naso guardandoti dal basso in alto), espressione sempre pericolosa soprattutto se è una donna a farla perché sottintende qualche richiesta particolare che di solito poi tocca all’uomo espletare, mi guarda, dicevo, e dice:
“ ….aperitivino? Abbiamo in fresco la bottiglia di Torre Pietraia che mi ha portato la C. ancora metà, potremmo finirla!“
E’ stato un attimo preparare la tavola, imbandirla con le olive verdi del suocero, salamino di culatello, tarallucci pugliesi al finocchio e subito dopo riempire i calici da degustazione dello splendido (e freschissimo) bianco!!
In pochi minuti di chiacchiera, dopo svariate fette di salamino avevamo terminato il vino.
E di nuovo, è stato un attimo prendere dal frigorifero una bottiglia di Valdobbiadene Superiore, stapparla e versare il suo prezioso contenuto nei calici.
E via ancora con le chiacchere e tutto il resto.
Alla fine della serata anche quella bottiglia era finita.
E’ stato un attimo!!!
P.s: non mi ricordo chi dei due ha accompagnato l’altro a letto! Ho dei ricordi un po’ vaghi.
C.