È stato un viaggio

Dicevo, altrove, che un viaggio perfetto è quello che ti porta verso il mare e mentre guidi su strade contorte percorse milioni di volte canti a squarciagola insieme ai tuoi figli le canzoni contenute in backup, antologia delle creazioni di quella meraviglia di uomo che è Jovanotti. Nel the best ci sono brani tratti in ordine dal primo cd di Lorenzo, tipo c'è gimme five , fino all'ultima canzone del 2012. Questo significa che di galleria in galleria ho ripercorso da Milano al mio mare tutti gli stati d'animo vissuti tra i miei 18 anni fino ai miei ahimé 44, tutti i fidanzati, le sbronze, i pianti, le tenerezze, i baci, le stupidere, le gravidanze, che hanno riempito la mia vita negli ultimi 26 anni. Che non sono pochi.
Non solo. Il fatto di cantare con i miei figli, di spiegare loro certe atmosfere, certi ricordi, certi stati d'animo, di riviverli nelle loro voci o di leggere il loro stupore o la loro incomprensione se non l'ostilità, il fatto di essere come allora, con quelle emozioni là, ma anche inchiodata al qui e ora dalla presenza rumorosa e innegabile di quei due dietro di me (il terzo è a Milano a studiare) ha provocato uno straniamento psico emotivo dolce e carnale insieme, se ha senso questa definizione.
Di certo quello di oggi è stato un viaggio strano,  a cavallo tra metropoli e mare, tra passato e presente, tra la sostanza di cose sperate e la sostanza di carne ossa e voce dei miei figli canterini alle mie spalle.
Un viaggio strano, un viaggio bello.
Batti un cinque, my friend