da qualche parte sulle Alpi, questa mattina
Per la prima volta da quando sono azionista dell'easyjet Malpensa-Bruxelles all'alba, oggi non ero dicattivo umore.
Non ero affatto di cattivo umore.
Mi ero alzata alle quattro e sprizzavo energia ottimista da tutti i pori.
Dietro di me c'era un chiassoso signore leghista diretto a Santo Domingo (sic) e l'ho trovato buffo e simpatico, perfino tenero.
Un signore gentile mi ha lasciato il suo posto di fianco al finestrino.
Ho iniziato a leggere Murakami in preparazione all'incontro con le più fini menti bruxellesi.
Mi sono data arie da musicista in tournée trasportando a tracolla il violino.
Tra le cause di questa improbabile e inusuale felicità possiamo forse annoverare:
- il pieno di amore e di casa durato tre giorni
- le lasagne della mamma, la mozzarella e il Negroni sbagliato
- andare in piazza il sabato sera col mio amicone del liceo
- le Poste, i tabacchi, e la meravigliosa inefficienza italica che mi ha costretta a passeggiare per una mattina intera nel posto dove sono cresciuta, sotto un sole che spaccava le pietre
- scoprire che un pezzo del graffito che avevo fatto vicino al liceo c'è ancora
- l'aperitivo con la mamma
- discutere con mia sorella di un film appena visto
- mostrare il tablet nuovo al papà e spiegare con importanza che no, non l'ho pagato io ma me l'hanno dato al lavoro
- rielaborare il passato, ma con dolcezza
da qualche parte nel varesotto
Insomma, per la prima volta da quando riesco a ricordare, mi sono goduta un rientro a casa.Per la prima volta in vita mia all'aeroporto di Bruxelles c'era qualcuno ad aspettarmi con un grande sorriso.
A Bruxelles pioveva col sole, perfetto emblema di conflitti che a volte fanno male, a volte sembrano irrisolvibili, ma a volte se ne stanno lì, in armonia, come un quadro.