"Io non penso sia importante dirvi come andò a finire la nostra storia. Di sicuro so soltanto che quella fu una giornata fondamentale per la mia vita. Aveva proprio ragione il professor Gagliano quando diceva: "I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Il resto, fa volume..."Stamattina mi sveglio ed è successo un 48, nel senso dell'età. Quella che prima o poi, nel 2011 tocca a chi, come me, è nato nel 1963. E' bello però che nell'anno in cui si festeggiano i 150 anni dall'Unità d'Italia, uno compia proprio 48 anni. Quarantotto come 1848, l'anno dei moti rivoluzionari che sconvolsero l'Europa e l'Italia ancora divisa, l'anno che fu battezzato la Primavera dei popoli , denso come fu di quella voglia di riscatto dalla restaurazione. Coincidenze della storia, ma davanti al Nord Africa e al Medio Oriente in subbuglio nel 2011 in molti hanno riesumato il termine "Primavera dei popoli". Sarà forse un segno del destino?
Leonardo Pieraccioni, nell'ultima scena del film I laureati (1995)
A ciascuno la sua rivoluzione. E l'Italia? A quando una nuova primavera dei popoli? Noi che abbiamo 48 anni e non abbiamo mai conosciuto Luigi Bisignani ne sentiamo il bisogno. Per noi, ma soprattutto per i nostri figli, coloro che erediteranno ciò che noi avremo saputo costruire. E ciò che abbiamo fatto fino ad ora non mi sembra un granché.
Sì, serve proprio un 48. E noi che siamo nati nell'anno dei grandi ideali e dei grandi sogni che portano la firma dei Kennedy e dei Marthin Luther King, non possiamo che essere sponsor convinti. Perchè, per dirla con Pieraccioni: "I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Il resto, fa volume...".