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E' tempo di viaggio...il 15 aprile 2011 si apre il bando del concorso letterario di Villa Petriolo "Wine on the road"

Da Silviamaestrelli

E’ ufficiale: il bando del quinto concorso letterario di Villa Petriolo “Wine on the road. Appunti di viaggio…per cantine” si aprirà il prossimo 15 aprile. Con il patrocinio della Regione Toscana e di importanti enti di valorizzazione territoriale, vede in giuria personalità del mondo della cultura e del vino di rilevanza internazionale: alla guida del critico cinematografico Enrico Ghezzi, selezioneranno i racconti vincitori: le giornaliste enogastronomiche Daniela Scrobogna di Bebenda e Michèle Shah di numerose riviste di settore tra cui Wine Spectator, il degustatore e giornalista della Guida ai Vini d’Italia de L’Espresso Giampaolo Gravina, gli scrittori Luca Ragagnin, Enrico Remmert e Massimo Roscia, il giornalista del Corriere della Sera Edaordo Vigna, l’agronomo-enologo Federico Curtaz.
Dal 15 aprile, e sino al 15 luglio 2011, si potranno inviare gratuitamente - all’indirizzo e-mail [email protected] - racconti brevi di 8.000 battute al massimo, in lingua italiana, su questa coinvolgente tematica del “viaggiar assaporando”. Un omaggio indiretto all’intuizione dell’enoturismo, a quella forma di turismo sostenibile che ci consente di scoprire, oltre alle meraviglie paesaggistiche e culturali di un luogo, la sua anima più profonda, ciò che da quelle terre la mano dell’uomo, in secoli di usi e sapere tramandati, è riuscita a creare per sfamarsi e godere. Proteggendo la terra, curandone i frutti.

Viaggiar assaporando
“…è l’incontro col sapore dei colori, con il verdeggiare e rosseggiare del sentire, in una continua alternanza che ci insegue tra acerbità dell’animo, delle passioni, della ragione e il loro più composto e definito consistere”.
Foto di Alena Fialova’
“Occorrerebbe sapere sempre che dove ci si sta dirigendo – prosegue Duccio Demetrio nel suo seducente libro “Filosofia del camminare” - , a seconda della stagione, si troveranno alcuni fiori e non altri, ma che pur con una smorfia liberandosi dei frammenti mele, di fichi, di pesche acerbe, si ottempera e un rito viandante tra i più importanti, onorato da filosofi e poeti. Assaporare meditando. Non è un assaggiare: quando si incontrano la frutta è in eccesso vero e proprio, pur non avendo necessità di zuccheri aggiuntivi. (…) Disposto a tutto, persino ad assaporare la loro indubbia acerbità pur di assaggiarle. E se invece la consistenza di una polpa morbida, gustosa e sugosa, dura o secca, ne rivela il punto giusto raggiunto, la meditazione diventa un inno orfico. (…) In un istante, quel che le strade scoscese o piane offrono, costeggianti ubertosi filari, sottoboschi, aiuole naturali, fa dimenticare la poesia dell’incontro. Perché attingendo avidamente, in modo spropositato, alle fronde cariche sino al suolo, con occhi attenti a non essere scoperti, con la bocca di miele di fico, con gli occhi che già hanno avvistato un’altra bacca, in tutto ciò, avviene la mutazione. (..)
Per questa ebbrezza si superano staccionate”.
Auguriamo a tutti i nostri autori, nei loro racconti, la densità d’immagine di un artista indimenticato, che ha cantato nei suo film la bellezza della natura e la fragilità umana camminando tra i simboli, generandoli continuamente e continuamente vivendoli. Andrej Arsen'evič Tarkovskij, attore e regista russo – esule dagli anni Ottanta, per cui ottenne la cittadinanza onoraria dalla città di Firenze -, è l’autore di “Nostalghia”, girato nella campagna senese nel 1983.

"Tempo di viaggio", il documentario girato in Italia durante la ricerca dei luoghi in cui ambientare Nostalghia.

Cercate risonanze dell’immaginario, quel senso di spaesamento che ci coglie, nella nebbia che avvolge la Val d'Orcia in “Nostalghia”, assaporate ogni singolo momento della camminata del protagonista con la candela in mano nella piscina svuotata di Bagno Vignoni. Un tragitto interminabile nei nostri occhi, che rinvia al viaggio dell’esistenza, in cui ogni attimo condensa presente, passato, futuro.


Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l'uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l'uomo deve poter viaggiare.
Andrej Arsen'evič Tarkovskij, Tempo di viaggio, 1983

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