Se lasci un po’ di cibo nel piatto alcuni dicono che fai bene perché è una legge, scritta o no comunque esistente, delle buone maniere dello stare a tavola. Altri invece si indignano per i bambini dell’Africa e per i poveri nostrani in fila all’ora pranzo fuori dall’Opera di San Francesco. In pochi pensano che colui che ha avanzato un boccone di pietanza lo ha fatto perché non ha più fame, non ce la fa davvero a finirlo, teme l’effetto mentina dei Monty Python e la deplorevole conseguente esplosione. Che sia l’uno, l’altro o l’altro ancora il motivo scatenante dell’abbandono a sé dell’ultimo pezzo di qualcosa, che sia un retaggio culturale o una dimenticanza, bene io sono contrario. Se ho abbastanza confidenza con i conviviali mi sporgo immediatamente a sottrarre il piatto per ripulirlo come merita, perché no. Faccio cose ben più disdicevoli che terminare gli avanzi altrui. Se non ho abbastanza confidenza e l’autore di quel lascito decimale di un intero, il che ne tradisce comunque il successo ottenuto altrimenti il resto sarebbe più consistente, non è in età da scuola primaria o precedenti, mi chiedo il perché destinare al compost un qualcosa che comunque non si sottrarrà al suo destino di concime per altri canali, soprattutto in virtù del valore aggiunto di chi ha speso sé stesso per cucinarlo. E una cucchiaiata in più non fa certo la differenza. Così torni al punto uno di questa cattiva abitudine, che scopri essere nient’altro che una posa eletta a regola comportamentale solo per sentito dire. Non si restituisce mai un piatto completamente vuoto, tanto meno raccolto con il pane o suoi sostituti. Così la forchettata di pasta e condimento si fredda e finisce ingloriosamente nell’umido, a meno che non passi da qualche bocca vendicativa aperta sulla strada tra il tavolo e la spazzatura, pronta a restituire la dignità organolettica che una credenza ignorante ha voluto respingere al grado di testimonianza del rispetto delle policy del bon ton. Non so se sia una leggenda metropolitana o no, ma dicono esista una ristorante eat-all-you-can dove paghi un irrisorio forfait e ti riempi il piatto quanto e come vuoi. A una condizione: se avanzi qualcosa e non ci hai pensato prima perché hai sopravvalutato il tuo appetito sei costretto a pagare molto di più. D’altronde li conoscete anche voi gli italiani di fronte al cibo, no? E non abbiamo fatto tutti la guerra. Io con mia figlia, che è una che non mangia niente, insisto affinché pulisca tutto. Poi non riesco mai nel mio intento, prendo il piatto e le do una mano. Anzi una gola, prima faccio il verso del cane che scondinzola felice perché ha ottenuto gli avanzi e poi ci penso io a terminare l’opera. Non so perché, e non ho nemmeno problemi di linea, ma mi andava lo stesso di farvelo sapere. Buon appetito, che poi passo a controllare a che punto siete.
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