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Giri nel tuo silenzio, ondeggiano le comparse e gli attori del tuo film mentale, il gatto sposta la tenda con la coda. É una primavera strana questa, forse perché non é ancora primavera ma sembrava esserlo. Un fiore, un raggio di sole, un sorriso bastano a fare primavera. E mentre sei lí che speri che gli attori e le comparse si diano una mossa e si mettano d´accordo entra tua madre con una scusa, una fetta di odore dal soggiorno, che sa di antico, in cui tutti mettiamo solo cose antiche, la fessura si apre e il tuo mondo é meno tuo. La vita é piena di intrusi, stacchi gli occhi dalla polvere dei libri sulla mensola e guardando l´ennesima forma familiare sbuffi. Non te l´ha detto nessuno che hai preso il posto di Dio. Tu, piccola e leggera come una libellula. Volevi fare l´amore, ma l´amore é giá fatto, possiamo solo usufruirne, sfruttarlo, spremerlo, indirizzarlo, amplificarlo, noi. Non te l´ha detto nessuno ma é cosí, hai messo un piede oltre, e hai sperato. Libellula contro acciaio hai sfidato il pensiero degli altri su come dovessi vivere il tuo amore, vivere la tua vita. Avevi bisogno di qualcuno, tutti ne abbiamo. A volte ci va bene, a volte ci va male ma é solo come lo vedi perché anche il male puó essere un bene. Da quella stanza viaggi ovunque, e se ti chiedessero dove vuoi andare la tua risposta sarebbe “ovunque”. Ovunque ci sia qualcuno capace di meritarti. Stringi la tua matita nervosamente, la vorresti spezzare. Per avere un altro ricordo, il dolore Continua a leggere