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..e #UCI coprì il #doping #Armstrong

Creato il 12 ottobre 2012 da Fumagale @ciclo_news

..e #UCI coprì il #doping #ArmstrongSe mi chiedessero di decidere quale sia il fatto più scandaloso nella vicenda doping Armstrong, sarei tormentato dal dubbio.

Non mi è piaciuto, e credo di non aver perso mai occasione per dirlo, il “tutti contro” scatenato dalla stampa, quella stessa che si è arricchita e ha venduto copie narrando dei successi del texano (in alcuni casi facendo solo finta di non sapere chi e cosa stava coprendo). Difficile immaginare che tutti i cantori del “Cowboy” fossero all’oscuro del doping Armstrong: sarebbe stato sufficiente indagare – per esempio chiedendo al povero Simeoni, grande accusatore di Lance e perciò da questi rovinato nella sua carriera di ciclista – invece che battere le mani come le pinne la foca ammaestrata allo zoo marino. Ancora più fastidioso questo atteggiamento se si pensa che viviamo anche noi in una società dopata, dove il primo pensiero quando si ha un aperitivo e contestuale mal di testa è buttar giù un’Aspirina invece che ascoltare naturalmente il proprio corpo e regalarsi il riposo che ci viene richiesto: con queste premesse, chi può accusare chi di aver barato?

Non mi è piaciuta, però, neppure la faccia tosta di Armstrong: frasi come “investigassero pure, che nulla troverebbero” sono state per lunghi anni all’ordine del giorno, anche se la verità si è dimostrata ben diversa. Certo, il doping Armstrong era un sistema tanto sicuro che difficilmente avrebbe potuto essere smascherato, e va dato atto ad USADA di aver insistito nonostante si trattasse di una lotta molto facile da perdere già in partenza.

Certo non si può tacere, poi, l’atteggiamento tenuto dall’Unione Ciclistica Internazionale (UCI): parlare di “collaborazione” con il doping Armstrong sembra eccessivo, eppure è quello che emerge dalle carte di un’inchiesta in cui si dice esplicitamente che Lance è stato trovato per ben 6 volte “evidentemente positivo” all’EPO al Tour de France 1999, poi vinto. UCI si affrettò a dichiarare che i campioni in oggetto erano stati evidentemente manipolati e dunque non avrebbero potuto essere utilizzati per dimostrare alcunché; USADA li ha “riesumati” facendoli diventare invece prova schiacciante, una tra le tante.

In un contesto dove tutti hanno espresso la propria certezza, mi permetto di esternare un dubbio che non è solo mio: Tour 1999 ossia quello della “tolleranza zero” dopo lo scandalo doping Festina; quale miglior testimonial di uno che è tornato in sella e ha vinto la corsa più difficile del mondo dopo aver sconfitto il cancro, per riabilitare il ciclismo? Tu dacci la storia che noi ti diamo la copertura necessaria, e insieme ricostruiamo la tua immagine e la nostra credibilità.

Hanno fatto vivere noi appassionati di un’illusione, e a questo punto come non cominciare a pensare che molto di quello che esiste ancora oggi nelle due ruote è realtà artefatta manipolata di continuo ad uso e consumo degli interessi economici che stanno dietro?


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