E’ bastato fare il Renzi, mentre l’altro faceva il Bersani a pois, per vincere a mani basse un inutile confronto tivvù: il risultato è già scritto dalle truppe comuniste arruolate secondo abitudine.
Renzi ha asfaltato Bersani, in sintesi massima. Dopo di che ai precisini dell’equilibrio non pare vero di scrivere oggi che il segretario è più concreto, più vero, un’esperienza di cui fare buon uso. So di essere fuori legge democratica (non avendo visto il primo confronto, come ho osato seguire non meno di tre quarti del secondo?), ma aggiungo che Rino Tommasi avrebbe interrotto il match all’ottavo round: Bersani suonato e Renzi a braccia alzate, non un Clay sia chiaro, ma almeno un Damiani.
Da un match scontato, di rara noia, al ben più divertente confronto Berlusconi-Alfano nel Pdl. Il povero Angelino continua a non gettare la spugna: se il 16 dicembre si presenta a qualsiasi cosa che non siano primarie gliela porto io. Il Cav gli mena fendenti terrificanti, lo ubriaca di finte, gancio destro? macché, ecco il jab sinistro, sbem, Angelino barcolla ma non cade. Ginocchia piegate ma ancora in piedi, sparring partner senza dignità.