Camicia bianca, pantaloni neri, formale ma non troppo, più alta della media delle persone che la circondano. Non si cura della metro stracolma, abbracciando teneramente il palo di sostegno. Costantemente in bilico, novella giocoliera della metro A, quasi crolla addosso ai vicini passeggeri, che fermata dopo fermata danno prova di grande autocontrollo e biblica pazienza.
A metà della lettura, il libro che tiene in mano implora un suo intervento: lascia allora il sostegno una volta per girare pagina, ma il mezzo infido la strattona, e qualcuno le ruba il posto sul palo. Lei non si dà per vinta e si appoggia più in alto, proprio mentre uno spazio le si crea accanto consentendole di voltarsi. Nel farlo, quasi sopprime una piccola signora dietro di lei, che occupa il posticino più in basso sul suo stesso palo. Indifferente alle umane vicende, non si scompone. Ora è tutta per lui: è una vita che ti aspetto di Fabio Volo.
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