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è uscito il numero 291 di Animazione Sociale – 2015

Creato il 14 luglio 2015 da Paolo Ferrario @PFerrario

è uscito il numero 291 di Animazione Sociale – 2015

esce il numero 291, il quarto del 2015.

Ecco i principali contenuti (aggiornamenti costanti su facebook.com/animazione.sociale):

>> Il farsi impresa di un’impresa che si vuole sociale. Cooperazione sociale e terzo settore sono chiamati a lavorare a una nuova fase imprenditiva, se vogliono restare fedeli alla mission di generare beni di interesse generale. Una lezione di Stefano Zamagni.

>> Chi può oggi contrastare l’esclusione?  Difficile comprendere chi siano in questa fase i soggetti storici in grado di contrastare il sistema dell’esclusione. Uno studio di Dario Rei.

>> La cooperazione sociale alle prese con l’innovazione. Le cooperative e il loro approccio ai problemi hanno ancora molto da dire e da dare, ma quali innovazioni servono per proseguire una storia nobile? Una riflessione di Franco Floris.

>> Il sapere degli operatori nelle residenze con anziani.  Oltre 40 pagine dedicate a come ripensare le residenze per anziani in una logica di tipo comunitario, andando oltre modelli organizzativi meramente sanitari che, uniti a una spinta efficientistica, rischiano di neutralizzare la dimensione sociale e affettiva nelle Rsa. Inserto a cura di Antonio Censi.

>> Elogio della pausa nel lavoro di cura. Spesso si sottovaluta che l’apprendimento di ogni nuova capacità chiede un tempo adeguato di interiorizzazione. Di qui l’elogio per il saper sostare, in ascolto del tempo dell’altro. Di Fausto Poleselli.

>> A ogni storia di bimbo fragile la sua favola. Spesso i bambini in situazioni difficili abitano un mondo chiuso. In questi casi è il linguaggio metaforico e narrativo che può sciogliere rappresentazioni pietrificate, nei bambini ma anche negli educatori. Di Valentina Anzellotti, Andrea Cruciani, Roberto Latella.

>> La salute passa da una rete leggera di donne immigrate. Nell’accompagnare i migranti verso un uso consapevole dei servizi sanitari, una strada è far leva su percorsi di «empowerment» affidati alla capacità naturale delle donne nel creare connessioni micro sociali. Di Nicola Basile, Laura Marando, Marta Pietrobelli.

>> Nel bazar testi dedicati a > come oggi “prendere per mano i territori” in una prospettiva di sviluppo di comunità (Riccardo Borini) > come di fronte alle sofferenze urbane servano pratiche di aiuto né mediche né cliniche (Paolo Bartolini). Nei diari il racconto di atelier creativi che aiutano donne fragili a ritracciare traiettorie di vita (Maria Antonietta Bergamasco). Le Locande sociali ci portano in un agriturismo sociale e biodinamico nell’Appennino bolognese (Roberto Camarlinghi).

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