Questo DIARIO POETICO di Giusy Tolomeo, nella sua poliedrica profondità, è quanto di più dolce e forte un poeta possa scrivere su un argomento drammatico come la guerra, soprattutto se si tratta di una guerra intrisa del sangue di tanti bambini innocenti. La poetessa inizia il suo canto con un'affermazione: "I bambini di Atma non hanno le scarpe..." per concludere che, una volta sterminati, essi se ne andranno assieme al silenzio della notte con scarpe leggere, scarpe di vento, le stesse che riusciranno a portarli lontano dal dolore: "Se ne vanno nel silenzio della notte come un lieve sussurro inespresso, come pianto infinito di stelle". E, mentre si legge la devastazione di una terra simile a un paradiso, si susseguono immagini drammatiche che lasciano, però, aperto un varco alla speranza. La morte e la vita sono i temi dominanti di questo libro unico nel suo genere, quasi a voler dimostrare che il Bene vince sempre sul Male, che una carezza vale più di tante ferite subite nel corpo e nell'anima.
La poetessa, in un susseguirsi di assonanze cariche di vissuto, si muove tra gli ulivi d'argento, gli stessi della terra che l'hanno vista bambina correre per sentieri profumati di gelsomini e che hanno creato nella sua anima una nicchia dove cercare ristoro. Così nel "Bambino di schiuma" fa parlare una mamma che cullando il suo bambino canta:
"Dormi, bambino, il tramonto è lontano/chiudi i begli occhi ora pian piano/Tu non temere il silenzio profondo/a te canterò di un nuovo mondo..."