I gatti posseggono un meccanismo regolato da una parte dell’orecchio interno che consente loro di ruotare testa, collo e zampe “nella corretta posizione di atterraggio. La capacità di flettere la colonna vertebrale contribuisce inoltre a ridurre la forza dell’impatto dovuto alla caduta.
La cosiddetta “high rise syndrome” (o sindrome del grattacielo o del gatto volante) è l’espressione (coniata dall’American Medical Center), con cui ci si riferisce alle cadute dei gatti da altezze superiori ai 7-10 metri e che registrano comunque un tasso di sopravvivenza sorprendentemente elevato.
Tuttavia, i gatti che precipitano da notevoli altezze riportano ferite anche gravi, come dimostrano vari studi.
In conclusione, per quanto sappiano quindi cadere su quattro zampe, i gatti non sono certo indistruttibili, e di certo non hanno nove vite. (fonte: http://www.nationalgeographic.it)