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Nello spirito degli organizzatori, sono quell’insieme di azioni che ognuno di noi può compiere quotidianamente per dimostrare il proprio amore per la natura e per il Pianeta che lo ospita, o magari solo per risparmiare del denaro.
Sono azioni di buon senso perchè non è necessario avere un’etichetta per compierle. Non sono azioni di destra o di sinistra, non sono dettate da un’anima ambientalista, animalista, vegetariana o altro ancora. Sono solo frutto del buon senso.
Se però uno va a leggere l'elenco, un po' di integralismo lo ci si trova.
Intanto è opportuno chiarire un concetto: "Le buone pratiche per l'ambiente si misurano con un bilancio, in quanto ogni azione provoca una causa ed un effetto".
Io, questa mattina all'alba, ho fatto una cosa di buon senso.
Durante la settimana scorsa ho fatto potare gli olivi di Pierino. Tra sabato e domenica ho raccolto le potature, e le ho ammucchiate nella radura vicino al galoppatoio. Questa mattina, con il cielo da poco rischiarato dal sole, nell'aria umida ed immobile, ha dato fuoco alle potature.
Dove sta il buon senso in questa azione?
Nel bilancio con gli effetti e le cause di usi alternativi delle potature.
Intanto, terminato di bruciare, ho raccolto più cenere che mi è stato possibile, che userò per concimare i carciofi del mio orto.
Nelle ceneri c'è una buona quantità di carbonio organico, oltre a tutti gli elementi minerali di cui si è nutrito l'olivo per la sua crescita.
Se non avessi bruciato le potature, cosa ne avrei potuto fare?
Intanto, non raccogliendole, esse sarebbero rimaste sul terreno, e non avrebbero solo reso difficoltoso muoversi attorno alle piante, il vento le avrebbe potute portare in giro, ma sarebbero diventate presto un ricettacolo di animali striscianti ed insetti.
E, soprattutto, una volta ben secche, un potenziale pericolo di incendi, a quel punto incontrollati.
Se non li avessi raccolti, ma li avessi macinati sul posto, è vero che avrei costituito una riserva di sostanza organica, magari dopo un lungo ciclo di decomposizione. Ciclo di decomposizione che potrebbe essere accorciato se dopo la macinatura venissero interrati. Ma questa azione avrebbe richiesto l'utilizzo di una macchina operatrice per la macinazione, magari di una certa dimensione per poter operare in sicurezza in un'area declive come generalmente sono le olivete di collina. Quindi avrebbe comportato il consumo di una quantità non trascurabile di gasolio, con le relative emissioni serra non bilanciabili.
Se poi si compie anche l'interramento, ecco che serve un'altra macchina, ed altro gasolio, ed altre emissioni serra non bilanciabili.
Gli elementi nutritivi, e la sostanza organica, con l'interramento dei sarmenti, diventeranno disponibili per l'assorbimento da parte delle radici delle piante dopo molto tempo, anche alcuni anni.
Bruciando le potature, come ho fatto io, è vero che ho generato delle emissioni di gas serra, principalmente anidride carbonica, data dalla combustione del carbonio, in elevata presenza di ossigeno. Ma questa anidride carbonica io l'ho generata al centro di un'ampia area fittamente boscata. Così, già presupponendo che l'anidride emessa è comunque quella che poi gli olivi assorbiranno dall'aria durante il loro annuale ciclo di crescita, considerando il potere assorbente dell'area, il tempo di riassorbimento dell'anidride generata questa mattina, è sicuramente molto veloce, presumibilmente entro la giornata stessa.
Inoltre, le molecole a cui sono legati gli elementi minerali, hanno una composizione di semplice assorbimento da parte degli apparati radicali, soprattutto delle colture erbacee.
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