Genere: Prog-Grunge-Indie
Etichetta: Seahorse Recordings
Gli Earthset, ovvero Ezio Romano (voce/chitarra), Luigi Varanese (basso), Costantino Mazzoccoli (chitarra) ed Emanuele Orsini (batteria) sono un gruppo bolognese formatosi nel 2012, con già all’attivo un Ep uscito due anni fa e numerosi concerti dal vivo in Italia, soprattutto in Emilia Romagna. La band ha avuto inoltre modo, nel 2014, di esportare il proprio sound oltremanica calcando il prestigioso palco del The Good Ship di Londra. Lo stile di questi quattro ragazzi non è facilmente catalogabile ma risulta piuttosto facile intuire quali siano le numerose fonti di ispirazione. La psichedelia, ed in particolare la musica dei primi e più allucinati Pink Floyd, ha caratterizzato notevolmente l’apparato sonoro della band. Le radici del sound sprigionato sono ben piantate in quel terreno ricco di humus e di fermenti degli anni 70. Se l’acid rock di quel periodo riecheggia infatti con prepotenza nelle svisate e negli assoli della chitarra solista, anche il prog dei primi Genesis e IQ e la musica proveniente da Seattle, in particolare il grunge più malinconico e maggiormente vicino al punk dei Nirvana, hanno giocato un ruolo fondamentale nella formazione della loro cultura musicale.Le melodie non sono facilmente digeribili e di conseguenza, per poter apprezzare appieno ciascun brano, è necessario un ascolto attento, prolungato e ripetuto. Sottili e complessi sono i giochi di armonie e disarmonie, rabbiose e dannatamente malinconiche le grida emanate dalle chitarre (sapientemente intervallate da dolci e classicheggianti inserti), il tutto, appare fin troppo chiaro, volto a sottolineare il titolo di questo debut album: “In a State of Altered Unconsciousness”, uscito per Seahorse Recordings.
Undici brani in cui la voglia di sperimentare e creare un prodotto mai banale e assolutamente non scontato è spinta al massimo. Ezio Romano, dotato vocalmente (soprattutto nei toni alti), avvicina la band a quel filone del rock denominato depressive. Ma il desiderio di esplorazione a tutti i costi non sempre paga: di Romano bisogna anche sottolineare la necessità di affinare la tecnica poiché proprio nell’espressione canora si riscontrano diverse imperfezioni che non sfuggono ad un orecchio più attento ed allenato, in special modo nei fraseggi con la chitarra e nei diversi cambi di tono.In conclusione, un esordio sicuramente positivo per questi quattro ragazzi, un’ottima prova che, partendo da solidissime basi,fa ben sperare in una notevole evoluzione.
John Tag
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