Magazine Cultura

Eastwood e le sue inutili scappatelle...

Creato il 17 settembre 2010 da Omar
Eastwood e le sue inutili scappatelle...«Dagli esordi nella serie tv Rawhide agli spaghetti-western di Sergio Leone, dagli Oscar per Gli spietati e Million Dollar Baby al grande successo di pubblico e critica di Gran Torino, questo libro è la biografia più completa di una delle ultime leggende viventi del grande schermo». Wow. Uno legge le quattro righe sul retro di copertina di questo tomone firmato Marc Eliot e pensa di portarsi a casa un moderno panopticon per decodificare l'arte del vecchio Zio Clint, qualcosa che spieghi e racconti con dovizia come un attore belloccio e tutto sommato monoespressivo come il Nostro sia riuscito a diventare dapprima il duro dalla faccia di pergamena per eccellenza del cinema americano e poi uno dei registi più solidi e acclamati dai tempi di John Ford. Invece in quasi trecento pagine l'autore - giornalista e scrittore, una biografia di Cary Grant e una di Walt Disney nel proprio carnet - non spende molte parole sulla evoluzione graduale di Eastwood all'interno della Settima arte, limitandosi a metterci al corrente delle sue continue scappatelle (ok, sinora non avevamo chiaro quanto allo Straniero con gli occhi di ghiaccio piacesse la topa, e con questo?) nonché del suo perenne brigare attorno alla sua piccola e combattiva casa di produzione cercando di imporsi nella Babele delle major di Hollywood. Giunti a fine lettura sappiamo che Eastwood è riuscito cocciutamente a diventare miliardario, che l'intera industria cinematografica lo adora e lo stima come una leggenda vivente e che parte della sua vita l'ha passata a inseguir gonnelle; e però non sappiamo davvero niente della sua particolare abilità registica (l'autore si limita a ripetere che Clint «gira veloce»), quali siano stati i suoi modelli, da dove sia scaturita quella visione profonda e un po' conservatrice che carattEastwood e le sue inutili scappatelle...erizza gli ultimi splendidi film. Né conosciamo le spinte interiori, i moti profondi dell'animo di un attore che - stando al racconto di Eliot - sembra essere stato mosso in tutta la sua carriera solo dallo sterile desiderio di accumulare fica e denaro. Eppure questo Clint Eastwood - un ribelle americano non è sicuramente una biografia atta a screditare il suo protagonista, anzi, l'ammirazione dell'autore verso Eastwood traspare in ogni riga, è solo che sembra sbagliato il passo, come se il biografo si fosse lasciato troppo irretire dalla tentazione del mero gossip tralasciando il vero artista: e quello, grazie a Dio, rifulge ancora e sempre in opere spettacolari come Fuga da Alcatraz e Gli spietati.
Clint Eastwood - un ribelle americanoMarc Eliot (B.C. Dalai Editore)

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :