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Fino a cinque anni fa il mercato delle moto in Uganda era composto prevalentemente dall’usato di origine giapponese. Ora il comparto è saldamente in mano, con quasi il 90% di vendite, a due produttori indiani -Bajaj Motors e TVS- che nel corso degli ultimi anni hanno sbaragliato la concorrenza di colossi come Honda e Suzuky. La ragione principale del successo è che le moto indiane possono occupare comodamente più persone e/o cose in confronto a quelle provenienti dal paese del sol levante. Il valore aggiunto è legato invece a un minor consumo –circa 60 km con un litro- di benzina unito a una facilità insolita nel reperire i pezzi di ricambio.
I due modelli più popolari -progettati e prodotti specificatamente per l’Uganda- sono simili sia come estetica e costi sia nelle caratteristiche tecniche/prestazioni. Motore monocilindrico a quattro tempi di 100 cc raffreddato ad aria che sviluppa una potenza nominale massima di 6 kw con una velocità di punta intorno ai 90 km orari –il fine corsa del tachimetro arriva però a un mirabolante 120. Quattro marce a pedale, miscelatore olio/benzina incorporato, carburatore meccanico e serbatoio con capacità di 10,5 l per un’autonomia di circa 600 km. Bloccasterzo, batteria, Kerb weight di 109 kg e sul cruscotto spie luminose per standby luci, folle e indicatori di direzione… niente motorino di avviamento, freni a disco o amenità elettroniche. Sostanzialmente una moto old fashion per i ricercati canoni estetici occidentali ma robusta, versatile e affidabile su tutti i terreni in qualsiasi situazione, risparmiosa e facilissima da riparare.
Il costo, per essere in Uganda, è abbastanza abbordabile e al cambio attuale è di circa 800/1000 euro secondo marca e modello. Le vendite sono in così rapida crescita che la TVS progetta di aprire uno stabilimento di assemblaggio nelle vicinanze di Kampala -abbassando in questo modo il costo di produzione- per meglio competere con la concorrenza e intercettare il mercato comunitario dei Paesi dell’Africa Orientale -un bacino di sei nazioni con circa 140 milioni di abitanti. Comunque i cinesi della Schima Motors al momento sono alla finestra a guardare ma anelano di introdurre presto e con grande battage pubblicitario due modelli ancora più competitivi come prestazioni/accessori e ovviamente più economici.
Spesso i bodaboda per acquistare la moto ed entrare così nel business dei trasporti accendono un mutuo e sono diversi gli istituti finanziari -anche nelle zone rurali- che rilasciano questi prestiti. Dopo l’acquisto però mantenere famiglia e risparmiare per pagare le rate non è facile data l’alta competitività del settore. In molti, per starci dentro con tutte le spese, sono costretti sulla strada giorno e notte con evidenti ricadute negative in termini di sicurezza descritti in precedenza. I prestiti sono solitamente per 15/18 mesi con pagamenti settimanali e se si salta una rata, si hanno solo sette giorni per mettersi in regola ma con il mezzo sotto sequestro… insomma un bel casino! Sono così molti i bodaboda in erba pieni di sogni e speranze che falliscono nell’impresa dell’acquisto e di conseguenza tante le motociclette che vanno all’asta a un prezzo di partenza conveniente -in pratica uguale ai soldi rimanenti da pagare per estinguere il mutuo… continua