Oggi è stata una bella giornata. E’ successa una cosa semplice e bella: sono stato chiamato in casa editrice per fare l’editing del mio nuovo romanzo, Tutta colpa di Miguel Bosé. Piccola parentesi su quanto sia piacevole entrare in una VERA casa editrice come Fazi, e trovare due dozzine mal contate di belle teste giovani a lavorare nel cuore dell’industria del libro. Sarò idealista, ma fa proprio bene vedere un’organizzazione così seria e al contempo sufficientemente elastica da lasciar spazio all’inventiva, alle idee. Poi per carità, come in tutti gli ambienti di lavoro, esisteranno delle dinamiche da ufficio, o meglio da redazione, di cui non so nulla e di cui non ho potuto intuir nulla nel mio micro giro. Però a una prima occhiata sembravano tutti soddisfatti di lavorare in quell’ambiente, e penso che anche questa immagine conti.
Tornando a noi: l’editing di un libro è una delle operazioni più delicate del processo editoriale. Perché è la dimostrazione più lampante del proverbio “Due teste ragionano meglio di una”, anche se poi alla fine la bocca che ha l’ultima parola è sempre quella dell’autore (con buona pace di Barthes e delle sue teorie sulla morte dell’autore). L’editing di un romanzo può essere un’operazione difficile quando l’autore – oppure l’editor – non sono persone di buon senso. Quando invece hanno sufficiente cultura, duttilità e buon senso per sapersi ascoltare reciprocamente, lì hai fatto proprio bingo. Perché a quel punto il testo decolla e si approda all’easy editing. Il romanzo si libera di tutte le sue piccole incongruenze, zavorre, ripetizioni, refusi e si libra. E se ci pensate, per un testo letterario, librarsi è tutto, nella vita.
Grazie Francesca M.! C’abbiam messo 90 minuti: come una partita di calcio, e senza nemmeno i supplementari. Grande.