Facendo i conti sono tre le cose belle di "Eat Pray Love". Innanzitutto i primi piani dei piatti di pasta, sugosi e appetitosi. L'Italia ci fa una figura ottima. Per tutto il resto, imbarazzanti luoghi comuni. Poi c'è Bali. Dire che viene voglia di andarci è poco. Prenoterei domani un biglietto. Infine, c'è un belvedere per il pubblico femminile. Da James Franco, a Javier Bardem, passando per il nostro Luca Argentero (tanto carino quanto inespressivo), onestamente ragazze e donne sapranno come far passare le oltre due ore e mezza di film. Tutto il resto lascia estremamente a desiderare. Ah no certo c'è lei, Julia, che riempie da sola lo schermo, magnetica come poche attrici nel mondo. Vai a vedere il film solo perchè c'è lei, diciamolo, ma stavolta si è un po' troppo rischiato. Il film è di una noia mortale, uno dei peggiori visti negli ultimi anni. Gravi colpe ricadono sul regista, Ryan Murphy. Filmografia estremamente scarna la sua. Questo è il suo primo film importante. Per il resto si è "distinto" nella direzione di episodi del telefilm "Nip and Tuck". E forse era meglio se rimaneva nel mondo della tv. Il film risente proprio la mancanza di una visione cinematografica. Esteticamente è debitore del taglia e cuci televisivo che non riesce a rendere neanche una scena emozionante. Eppure, volendo, il materiale ci sarebbe. La Roberts è una giovane donna alle prese con una crisi esistenziale. Niente di sconvolgente, siamo sempre in occidente. Matrimonio sbagliato, una identità da ritrovare, l'amore da saper affrontare. Poi si trattava di usare una materia prima eccezionale: un'attrice bella, brava e amata, location meravigliose (l'Italia, l'India, Bali), un viaggio nei sensi da far evolvere (il cibo, l'anima, l'equilibrio, i sentimenti). Ma invece tutto scivola con una superficialità che fa rimpiangere tutte le serie tv al femminile. "Sex and the city" è un trattato di filosofia a confronto.Ah, migliore coprotagonista, insieme alla pasta, la pizza. Di Napoli (Michele!), naturalmente.
Facendo i conti sono tre le cose belle di "Eat Pray Love". Innanzitutto i primi piani dei piatti di pasta, sugosi e appetitosi. L'Italia ci fa una figura ottima. Per tutto il resto, imbarazzanti luoghi comuni. Poi c'è Bali. Dire che viene voglia di andarci è poco. Prenoterei domani un biglietto. Infine, c'è un belvedere per il pubblico femminile. Da James Franco, a Javier Bardem, passando per il nostro Luca Argentero (tanto carino quanto inespressivo), onestamente ragazze e donne sapranno come far passare le oltre due ore e mezza di film. Tutto il resto lascia estremamente a desiderare. Ah no certo c'è lei, Julia, che riempie da sola lo schermo, magnetica come poche attrici nel mondo. Vai a vedere il film solo perchè c'è lei, diciamolo, ma stavolta si è un po' troppo rischiato. Il film è di una noia mortale, uno dei peggiori visti negli ultimi anni. Gravi colpe ricadono sul regista, Ryan Murphy. Filmografia estremamente scarna la sua. Questo è il suo primo film importante. Per il resto si è "distinto" nella direzione di episodi del telefilm "Nip and Tuck". E forse era meglio se rimaneva nel mondo della tv. Il film risente proprio la mancanza di una visione cinematografica. Esteticamente è debitore del taglia e cuci televisivo che non riesce a rendere neanche una scena emozionante. Eppure, volendo, il materiale ci sarebbe. La Roberts è una giovane donna alle prese con una crisi esistenziale. Niente di sconvolgente, siamo sempre in occidente. Matrimonio sbagliato, una identità da ritrovare, l'amore da saper affrontare. Poi si trattava di usare una materia prima eccezionale: un'attrice bella, brava e amata, location meravigliose (l'Italia, l'India, Bali), un viaggio nei sensi da far evolvere (il cibo, l'anima, l'equilibrio, i sentimenti). Ma invece tutto scivola con una superficialità che fa rimpiangere tutte le serie tv al femminile. "Sex and the city" è un trattato di filosofia a confronto.Ah, migliore coprotagonista, insieme alla pasta, la pizza. Di Napoli (Michele!), naturalmente.
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