#Eatingpiceno: da Villa Sgariglia a San Benedetto del Tronto per scoprire la vita laboriosa dei pescatori del porto, il loro piatto simbolo e non solo…

Da Laghezzi @laghezzi

Sesta puntata…

Già conoscevo San Benedetto del Tronto per averla visitata in passato e avevo il ricordo del suo bellissimo lungomare costellato da migliaia di palme grazie al quale la cittadina viene anche chiamata ”Riviera delle palme” e delle sue spiagge di sabbia bianca e fine. Del porto avevo un ricordo più sfumato di quando negli anni ‘70, con mio padre e mia madre la mattina all’alba si andava a comprare il pesce freschissimo direttamente dai pescatori e lui si faceva grandi scorpacciate di cozze crude spruzzate con il limone, e della moltitudine di barche che vi erano all’approdo.

Quando a metà mattina con  il Social Media Team di Eatingpiceno  siamo arrivati al porto mi si è aperto tutto un mondo nuovo e abbiamo avuto modo incontrare e conoscere le diverse realtà che ne fanno parte.  :-)

Per prima cosa siamo andati nella sede dell’Associazione dei Pescatori di San Benedetto del Tronto dove abbiamo incontrato il Presidente Sig. Pasquale Pignati. Entrare nei locali dell’Associazione tappezzati di stendardi, stemmi, trofei e vecchie fotografie  è stato un po’ come fare un tuffo nel passato. Gli episodi di vita vissuta  e gli aneddoti raccontati dal Presidente e da alcuni pescatori ci hanno  narrato di fatiche inimmaginabili e di gesta eroiche. Durante il racconto la loro voce, a volte,  era spezzata dall’emozione e i loro occhi dallo sguardo fiero si inumidivano. Dalle loro parole e dal loro modo di raccontare i fatti vissuti si percepiva quanto, nonostante non escano più in mare, lo amino ancora e  di quanto sia forte il legame che hanno con esso. Il Presidente ci ha poi raccontato il  ”Brodetto alla sambenedettese”, la sua originalità e la sua bontà.

Un po’ di storia…

Il brodetto alla sambenedettese è per eccellenza  il piatto tipico, dei pescatori  che per abitudine lo cucinavano a bordo delle loro barche utilizzando quella parte del pescato considerato “di scarto” perché in base alla qualità, alla taglia e alla scarsa non poteva essere messo in commercio. La sua originalità consiste nell’uso dell’aceto bianco ( che veniva anche  aggiunto all’acqua e bevuto come un  bevanda dissetante chiamata  masa ), del peperone e del pomodoro verdi. Le verdure erano raccolte negli orti posti tra il borgo medioevale e il porto e questi prodotti venivano portati sulle barche al momento dell’imbarco. Una antica leggenda narra che la ricetta originaria sia composta da 12 tipi di pesce, tanti quanti gli apostoli, ma essendo stata una  ricetta tramandata nei secoli verbalmente dai pescatori alle donne di casa, e successivamente ai ristoratori.  Del brodetto sambenedettese esistono 3 versioni:

Il Brodetto di barca ovvero la madre di tutti i brodetti che  si preparava cuocendo  in  una pentola grande larga e semi profonda la cipolla,  il pomodoro verde e il peperone con l’aceto prestando la massima attenzione al metodo di cottura perché i vari tipi di pesce devono essere messi nella pentola  partendo da quelli a carne più dura  che richiedono una maggiore cottura fino a quelli a carne morbida e non devono mai essere mescolati.

Il Brodetto di casa ovvero quello di cui ogni famiglia del luogo ha la sua ricetta  e crede di essere depositaria di quella originaria della tradizione di barca, ma indubbiamente tra le mura di casa vengono apportate delle variazioni e quindi gran  parte dell’originalità viene persa.

Il Brodetto di ristorante ovvero il  brodetto tradizionale al  si aggiungono una maggiore varietà di pesci e di crostacei  e nel quale  l’aceto non viene utilizzato puro, ma diluito per conferirgli un sapore un po’ meno agre. In merito al brodetto di Ristorante vi voglio postare la ricetta del brodetto alla Sambenedettese che abbiamo degustato presso il Ristorante “Attico sul mare” di Grottammare durante il Marche Food Camp e che ci è stata fornita direttamente dallo chef.

 Brodetto alla sambenedettese

 Soffriggere la cipolla nell’olio, far soffriggere bene, unire i pomodori tagliati a spicchi e i peperoni tagliati a fette. Cuocere, aggiungere aceto e far cuocere per altri 10 minuti.

Aggiungere nella stessa padella prima i pesci che hanno bisogno di più tempo di cottura, per finire con quelli che cuociono con più rapidità. Quindi, seppie e mollame, poi rospi, palombi, rombi e altri pesci a disposizione, inserendoli in base al tempo di cottura. Scuotere di tanto in tanto la padella, senza mai usare cucchiai in legno e in acciaio. Aggiungere peperoncino e far cuocere a fuoco lento per 20 minuti ancora. Servire accompagnato magari da pane abbrustolito.

Il tour è poi perseguito con la visita al  porto dove vi erano ormeggiati numerosi pescherecci: i pescatori avevano già scaricato il pescato e stavano preparandosi alla nuova partenza. Un peschereccio, però, stava ancora scaricando il pesce, così abbiamo avuto modo di vedere quanto anche questa azione sia stata meccanizzata, senza però perdere nulla della sua originalità. Successivamente abbiamo fatto visita al Mercato Ittico che è uno dei più importanti in Italia sia per il quantitativo di pesce commercializzato sia per le varietà. L’ora della vendita era terminata però abbiamo avuto modo di vedere quanto sia bene organizzato e le operazioni si possano svolgere in breve tempo garantendo così la freschezza del prodotto al momento della consegna. In men che vi dico si è fatta l’ora di pranzo, così sempre al Porto e nelle vicinanze del Mercato Ittico presso  il “ Nostrano solo pesce dell’Adriatico” abbiamo auto modo di degustare alcune specialità a base di pesce azzurro che abbiamo molto apprezzato per la loro genuinità e bontà. Siamo a luglio, tempo d’estate, tempo di ferie: se vi capita di essere da queste parti andate a dare un occhio da queste parti e poi… sappiatemi dire… e se volete saperne di più,  ci vediamo presto!!!   

Laura

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English version…

Sixth episode

Shortly you will be able to read the text in English too…
Thanks, have a nice day!

Laura


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