Buone notizie per il medico catanese di Emergency che lo scorso mese di novembre era stato ricoverato all' Istituto Spallanzani di Roma, dopo aver contratto il virus dell 'Ebola, mentre si trovava in Sierra Leone, uno dei paesi più colpiti in Africa, dove si è sviluppato il potente virus che ha provocato migliaia di morti.
Dopo varie settimane in cui si era temuto il peggio per il povero medico, adesso sembra stare decisamente meglio, anche se continua a rimanere in isolamento, più che altro a scopo precauzionale. Fabrizio, è questo il nome del medico, ha ricevuto la telefonata del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e con l'occasione ha deciso di scrivere una lettera nella quale racconta le sue emozioni, ricordi e sofferenze di questo terribile periodo che sembra essere stato superato.
"Non credo di essere un eroe ma so di non essere un 'untore': sono un soldato che si è ferito nella lotta contro un nemico spietato. L'ultima cosa che ricordo della Sierra Leone è il viaggio fino all'aeroporto assieme ai colleghi e la partenza sull'aereo dell'Aeronautica Militare. Poi l'arrivo in Italia all'interno di un contenitore ermetico e il trasporto all'Istituto Spallanzani. Ricordo i primi due o tre giorni trascorsi in isolamento, i farmaci sperimentali che ho iniziato, l'estremo malessere, la nausea, il vomito, l'irrequietezza; pensavo in quei momenti ai pazienti che avevo contribuito a curare, stavo provando le stesse cose che loro avevano provato e cercavo di capire qualcosa di più di ciò che mi stava succedendo, cercavo di mantenere la mente lucida e distaccata per un'analisi 'scientificà. Da qualche giorno sto meglio lentamente ho ripreso in mano il controllo del mio corpo, riesco a muovermi in autonomia; da qualche giorno ho iniziato a leggere qualcosa di ciò che è stato pubblicato a proposito della mia vicenda; in larga misura parole di conforto, di sostegno e augurali ma anche parole che possono essere giustificate solo dall'ignoranza".