Scoperto nel 1976 nella Repubblica Democratica del Congo, Ebola ha causato morti in diversi Paesi africani, uccidendo sia esseri umani che animali.
Ebola è un virus con un elevatissimo tasso di mortalità: tra il 50 e l'89% degli infetti non sopravvive, ed un vaccino non è tuttora disponibile, costringendo i malati a sperare nella buona sorte e a passare attraverso atroci sofferenze, mentre il loro corpo viene inondato di sangue.
La contagiosità di Ebola è elevatissima. Si diffonde attraverso il contatto con sangue umano infetto, o grazie ad alcuni portatori animali, come scimmie e pipistrelli.
Ma pare che ci sia una speranza per il trattamento delle diverse versioni del virus Ebola: le sperimentazioni condotte su macachi cinesi infettati con una dose letale del ceppo Zaire di Ebola, la versione più virulenta, sembra siano riusciti a sopravvivere attraverso l'azione di un farmaco che sopprime le proteine virali in modo selettivo.
"Ebola non è interessante soltanto per l'elevata mortalità, ma anche per via del fatto che può essere usato come arma del bioterrorismo" spiega Thomas Geisbert, virologo della Boston University e leader della ricerca. "Ci gruppi che lavorano su vaccini preventivi, ma è la prima volta che qualcuno sviluppa un trattamento post-esposizione".
Geisbert ed i suoi colleghi hanno creato un farmaco che può interferire con l'espressione di particolari geni, bloccando la produzione di proteine che il virus Ebola ha bisogno per sopravvivere. "Abbiamo mirato specificamente la proteina L, che inizia alla replicazione del virus" dice Geisbert. "Se si mette fuori gioco la proteina, si può davvero inibire l'abilità del virus di replicarsi".
Il team ha inoltre soppresso le proteine VP24 e VP35, responsabili della disabilitazione della risposta immunitaria dell'ospite. E, grazie a questo approccio, sono riusciti a salvare molte delle scimmie infette.
Il campione si basava su nove scimmie, tre delle quali hanno ricevuto il farmaco a giorni alterni per sei giorni, quattro ogni giorno, e due sono state utilizzate come gruppo di controllo.
Le analisi sulle scimmie trattate con il farmaco hanno mostrato che, dieci giorni dopo l'infezione, il primo gruppo di scimmie aveva livelli estremamente bassi del virus nel sangue. Il gruppo che ha ricevuto la dose quotidianamente invece sembra non abbia alcuna traccia di Ebola.
"Lo siRNA ha inibito la replicazione del virus e ha completamente protetto le scimmie contro la morte per febbre emorragica. Non è mai stato fatto prima" afferma Geisbert.
Per evitare che la droga sviluppi effetti collaterali, i ricercatori hanno "impacchettato" il farmaco in molecole di grasso. "Questa capacità offre un'opzione terapeutica che mancava nel trattamento di alcuni virus di febbre emorragica che hanno alti livelli di mortalità associati con infezioni" dice anthony Sanchez, scienziato che dedica la sua ricerca all' Ebola al Centers for Disease Control and Prevention americano.
La sfida è ora quella di sviluppare un vaccino per gli esseri umani. "La parte interessante della tecnica è che lo siRNA si può sintetizzare velocemente da uno specifico ceppo di Ebola" continua Sanchez. "In questo modo, se appare un nuovo ceppo, che sia africano o di qualunque altra regione del mondo, potrà essere generata una soluzione terapeutica veloce e specifica".