di
Dominic SalamoneIl virus
Ebola appartiene alla famiglia delle
Filoviridae e fu osservato per la prima volta in
Congo e nel
Sud Sudan nel 1976.Da un punto di vista strutturale, il
virus appare di forma sottile e filamentosa, contenente una copia lineare della sua singola
elica di
RNA di senso negativo sistemata all’interno del
nucleo capside di forma elicoidale. Il suo
materiale genetico va incontro a mutazioni non molto rapide e contiene solo 7
geni. Sono stati isolati soltanto 5 ceppi del virus, dei quali 4 risultano essere
pericolosi per l’uomo.Il virus appare sensibile ai solventi dei lipidi, ai comuni detergenti ed è distrutto dal calore (60°C per 30 minuti) e dal pH acido, anche se può persistere a temperatura ambiente.
Vediamolo più da vicino.- COME SI TRASMETTE IL VIRUS?
La
diffusione del virus è molto rapida attraverso i
fluidi corporei come
sangue e muco, ma anche attraverso
lacrime, saliva, vomito o feci ed il contatto con
aghi o coltelli usato dall’ammalato.
Il virus può trasmettersi anche mediante rapporti sessuali non protetti.L’Ebola può essere un
virus zoonotico ospitato da Gorilla e da scimpanzè, ma anche dai
pipistrelli della frutta, che sono stati identificati come portatori del virus ma, non avendo sintomi, vengono considerati come
ospiti naturali o riserve virali. Inoltre, una fonte di contaminazione da Ebola viene rappresentata dalle
carni di animali provenienti dalla savana.
Il virus ha una
percentuale di mortalità che varia dal 50% all'89% ed il
periodo di incubazione varia dai 2 ai 21 giorni. I
sintomi sono
febbre alta (38,6°C-38,8°C),
emorragie, vomito, diarrea, cefalea , dolore addominale, dolore toracico accompagnato da tosse, prostrazione e depressione dello stato mentale.
La
diagnosi si basa su esami di laboratorio. Dall’
esame del sangue si osserva prima
leucopenia (diminuzione dei globuli bianchi) e poi
neutrofilia. La
conta piastrinica diminuisce
sotto i 50000/microlitro a causa dell’emorragia, e i
livelli sierici di ALT (alanina ammino transferari) e AST (aspartato ammino tranferasi ) aumentano progressivamente, determinando
ittero(colorazione gialla della cute). Può essere presente anche un
aumento dell’amilasi pancreatica che, associata al
dolore addominale, può suggerire la pancreatite.
La tecnica più affidabile è l’
ELISA, un
test immunoenzimatico che ricerca gli
antigeni del virus. Anche l’uso della
PCR è molto affidabile per identificare la presenza del virus.
Non esistono attualmente cure o
vaccini contro l’Ebola. Il farmaco Zmapp si basa sulla tecnologia antisenso, ma ancora non si hanno risultati clinici.
Al momento il paziente affetto da Ebola viene nutrito, idratato e trattato con opportuni farmaci antipiretici.Per essere certi di scongiurare il
pericolo di contagio o, quantomeno, limitare i danni è opportuno seguire semplici
linee guida emanate dagli Organi competenti. La
prima regola, fondamentale, è, senza ombra di dubbio la
comunicazione: nel caso in cui dovessero presentarsi i primi sintomi di un probabile contagio, è necessario
riferire al medico contatti avuti e luoghi visitati. In linea generale, è utile
avere le mani pulite, utilizzando anche comuni detergenti, e
lavare gli indumenti con candeggina, lasciandoli asciugare al sole, tutti fattori che determinano la morte del virus.
Per quanto riguarda l'
alimentazione, si consiglia di
evitare i cibi crudi o poco cotti, soprattutto quelli di origine animale;
consumare esclusivamente frutti e verdure integri, evitando, in questo modo, di mangiare alimenti che possano essere stati contaminati da animali vettori del virus;
alimentarsi con prodotti della località geografica in cui si risiede, evitando alimenti esotici o provenienti da zone a rischio.Tuttavia, è necessario sottolineare che
non si rischia il contagio venendo a contatto con denaro o prodotti alimentari.Il virus Ebola, come tutti i virus della famiglia Filoviridae è considerato essere un
agente batteriologico di classe A (Microrganismi o tossine altamente tossici o letali per la collettività).
Fonte: web
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