Perché alcune frasi sono così terribilmente difficili da scrivere? Un paio di paragrafi scorrono via facilmente, sembra che tutto vada bene, e poi all’improvviso ci si blocca e non si riescono a mettere giù più di due parole di fila. Si corregge, si ricorregge, ma ancora non va. No, non mi sto riferendo a quest’articolo, che in realtà non ho neppure iniziato e non so bene dove mi porterà. Mi riferisco a un articolo di quelli seri, che non ne vuole proprio sapere di lasciarsi finire. Ho già appurato che cioccolata e Kurt Browning sono, in due modi diversi, terribilmente deleteri, perciò ora mi sono buttata sulla tastiera (come se non ci fossi già).
No, è meglio se la pianto e torno all’altro file, perché quando mi lascio trasportare dall’umore del momento non la smetto più.
È un problema serio, a cui tutti noi lettori famelici dobbiamo periodicamente far fronte. Fino a quando si trova un angolino di parete libero dove poter aggiungere una mensola in più si sa che c’è un minimo margine di respiro. Io so di avere ancora due ripiani vuoti a metà, un ripiano aggiuntivo già comprato che aspetta solo che io lo metta in posizione (e ho ancora margine per comprarne un altro) e quattro mensole che mi si sono liberate del tutto nel momento in cui ne ho aggiunte due più lunghe in un’altra stanza. Complessivamente sono oltre 5 metri di nuovi libri che posso aggiungere senza dovermi piegare a ipotesi orribili come la doppia fila, per quest’anno e il prossimo non avrò problemi e poi si vedrà. Anche perché ho già eliminato la gran parte della fuffa e della roba inutile che potevo far saltare via, regalando ad amici o alla lotteria della scuola libri che non mi erano piaciuti o portando in solaio cose come i libri sulla maternità o la Bibbia in 12 volumi regalatami da mia suocera. Ne ho già una in volume unico, con sopra anche tutti i miei appunti di storia dell’arte, e anche se ormai è semi distrutta è lei che voglio. E per l’utilizzo che ne faccio io basta e avanza.
Avete visto la foto in cima? La uso quando parlo genericamente di libri, in modo da non metterne arbitrariamente in risalto uno solo. Ovviamente è la mia libreria. La foto risale ormai a qualche mese fa, perciò i libri non sono più tutti nella posizione in cui li vedete, ci sono diversi nuovi ingressi e qualche libro è finito sull’altra parete, quella dove ho ancora spazio, ma non mi metto certo a fare una foto nuova a ogni acquisto.
Mi piace sfogliare la carta. Mi piace sentire la consistenza delle pagine, guardare se ce ne sono di più dal lato che ho già letto o da quello che devo ancora leggere. Mi piace fermarmi sul divano a guardare la parete. A volte, semplicemente guardando le coste, decido di prendere in mano un determinato libro o mi metto a riflettere su qualche articolo che potrei scrivere. Un lettore di ebook non mi offre la stessa possibilità.
Lo so che ci sono gli scaffali interni, ma non è la stessa cosa. Non se ne vedono così tanti con un solo sguardo, e non hanno lo stesso accattivante aspetto. Da Natale ce l’ho un lettore, me l’ha regalato la suocera. Non è la stessa cosa, ma ora sto iniziando ad avere strani pensieri.
Non ho quasi mai parlato di ebook sul blog, e non credo di aver mai parlato di campagne sconto. Onestamente i pezzi sulle campagne sconto sono noiosissimi da scrivere, si mettono insieme una manciata di dati e basta. E la ricerca dell’elenco completo è una vera seccatura perché significa andare sui siti dei vari editori per vedere chi è stato tanto furbo da dedicare uno spazio alla sua promozione. Ce ne sono un bel po’ di editori che fanno le campagne sconto e poi non si pubblicizzano neppure, dei veri geni. Così, dopo aver buttato via tempo nella ricerca, mi rassegno e metto il link a ibs, anche se non mi piace mettere il link a un sito di vendita. L’ho sempre fatto perché penso siano informazioni utili per chi mi legge, ma mi annoio e potrei anche smettere.
Un lettore mi ha anche segnalato che esiste l’ebook di Memoria di luce, quattrodicesimo volume della Ruota del Tempo firmato da Robert Jordan e Brandon Sanderson. Harriet McDougal, la vedova di Jordan, odia gli ebook, e hanno dovuto convincerla ad autorizzare la realizzazione della versione originale. Se ora in italiano esiste questo c’è qualche speranza che possa autorizzare la realizzazione anche degli altri tredici volumi, quattordici se contiamo anche il prequel.
Dei quindici ebook presenti nella campagna Fanucci possiedo sette libri in versione cartacea, uno l’ho letto prendendolo in prestito in biblioteca e un altro mi incuriosisce e forse prima o poi lo leggerò. E quindi cosa conto di fare? Niente, probabilmente, ma avete idea di quanto sia forte la tentazione? Non tanto di comprare quell’ebook, quanto di comprare Mistborn. L’ultimo impero, Il conciliatore ed Elantris di Sanderson. Li ho già tutti e tre, ma sono di carta. Non è un difetto, li amo così, anche se è ovvio che la storia è molto più importante del supporto. Però quando sono in vacanza sono sempre molto limitata nelle mie possibilità di scrivere articoli perché non ho con me i libri su cui cercare i passi che mi interessano, e che eventualmente potrei anche decidere di citare. Mi porto già dietro una borsina con diversi libri, non posso portare tutta la libreria perché non ho modo di sapere in anticipo cosa potrei desiderare di citare. Con gli ebook sì, però. Da qui la mia tentazione.
L’improvvisa sparizione di un limite fisico favorisce la varietà dell’offerta”. E ancora “L’ebook consente oggi di tornare a mettere in vendita, con la stessa dignità del romanzo, il racconto”. Silvio lo fa dalla prospettiva dell’amante di fantascienza, conscio di quanto la lunghezza breve sia stata importante per lo sviluppo del genere, ma la cosa vale per tutti. Sanderson ha pubblicato dei racconti in formato ebook, e magari prima o poi deciderò di acquistarli. In fondo la lunghezza di una storia per me non è mai stata determinante. Amo i libroni, ma ho letto anche racconti brevi meravigliosi.
Dubito che qui mi metterò spesso a parlare di ebook, e certo guardo con preoccupazione il loro arrivo pensando al futuro del mio lavoro, ma un pensierino come archivio portatile – non come fonte principale di lettura – e come possibilità di leggere testi brevi che altrimenti rimarrebbero inediti non posso non farlo.