Dal 3 al 5 marzo a Rimini si tiene un convegno sull'editoria digitale. Interessante sicuramente e qui potete visitare il sito della manifestazione. Leggo con interesse le novità di questo ambito, so che prima o poi, soprattutto chi, come me, a bisogno di avere a portata una grande quantità di libri, userò maggiormenti gli strumenti digitali. Ci sono giorni in cui sono proprio convinto, o tento di convincermi delle potenzialità dei mezzi informatici. E proprio in quei momenti il destino mi contrasta, ponendo di fronte a me ostacoli invalicabili come lo splendido editoriale di Lucia Cordero che scrive sul settimanale "Donna Moderna" di questa settimana (2 marzo 2011 - Anno XXIV n. 9):
...Basta con la polvere, basta con i pesi, basta con lo spazio risicato. Insomma, via la carta, avanti il digitale...
Mi è bastato (...) prendere in mano a uno a uno i miei amatissimi libri, compresi quelli di scuola (è così!), perchè il mio passato riprendesse forma. Ognuno di loro raccontava una parte di me. No, non erano solo pagine assemblate. Non erano solo fiumi di parole. Non era solo carta. Lì scorrevano le età della mia vita. Le copertine sgualcite, le pagine ingiallite, le note scritte con la matita a margine, le righe sottolineate, le "orecchie" (terribili!) per non perdere il segno, le macchie di caffè, di marmellata (terribili!) mi riportavano indietro nel tempo. Mi riscoprivo adolecente alle prese con Hermann Hesse. Me lo aveva fatto conoscere la mia migliore amica e se chiudevo gli occhi potevo riportare a galla i nostri sogni (...)No, non volevo Nina Berberova in formato ebook. Volevo continuare a portarla in giro con me, a infilarla nella mia borsa, in valigia, nel cruscotto dell'auto (...)Perché lì, tra quelle pagine, e tante altre ancora, immaginavo di infilare un fiore, una foto, segnare il numero di telefono di qualcuno appena conosciuto. Per vederli rispuntare anni dopo proprio da quelle pagine di carta (...)
Come posso non tornare sui miei passi? Di fronte a questo ditemi voi: è o non è, il destino, dispettoso?