Ebook o cartaceo? Questo è il dilemma...

Da Andreatamburelli
Tutti conoscono i vantaggi degli ebook: disponibilità (download immediato), prezzo inferiore rispetto alla versione cartacea, immaterialità (ridotto peso ed enorme capacità di memoria dei lettori/tablet). 
Pochi conoscono però gli svantaggi, ad alcuni dei quali si può ovviare.

C'è una grande differenza tra un libro cartaceo e un ebook, e tale differenza riguarda sia l'aggiornamento dei contenuti che il modo di fruirne.

 Riguardo all'aggiornamento dei contenuti la differenza è nota: un libro cartaceo è "statico" e immutabile, nel senso che una volta pubblicata una certa edizione il contenuto viene "bloccato" dall'editore; un ebook ha invece un contenuto "dinamico", nel senso che l'autore può decidere di modificarlo aggiornando, in accordo con l'editore, l'edizione disponibile online.

 A questo riguardo è utile leggere l'opinione di Nicholas Carr, pubblicata in italiano da Internazionale 931 (13 gennaio 2012) e in inglese dal WSJ (ved. bibliografia); egli descrive la propria esperienza di pubblicazione di un ebook con il servizio di Amazon Kindle Direct Publishing che consente a chiunque di pubblicare, senza intermediazioni, e vendere sul sito Amazon i propri ebook.

La differenza maggiore tra libri cartacei ed ebooks riguarda però l'interpretazione dei contenuti, infatti gli ebook permettono di aggiungere segnalibri e note personali nelle varie pagine dell'ebook.

Tali contrassegni non rimangono privati ma vengono posti online: vedere l'esempio nel box a fianco in cui un ebook, acquistato su amazon, mostra le segnalazioni (highlights) dei passi contrassegnati da altri lettori.


Qualcuno potrebbe ritenerlo un vantaggio, a nostro parere invece i segnalibri sono un sentiero verso il conformismo.

Conoscere le preferenze altrui (magari dei nostri amici), a nostro modo di vedere, danneggia l'intepretazione del contenuto e rischia di impoverire la riflessione personale su di esso.

Nicholas Carr, nell'evidenziare i vantaggi della facilità di aggiornamento, mette in guardia sugli svantaggi: "I consigli di istituto potrebbero influenzare le letture degli studenti, per esempio modificando i libri di testo che non coincidono con le loro idee. I governi autoritari potranno cambiare i libri per adattarli ai loro interessi politici.

E c'è il rischio di perdere il controllo delle revisioni".
Qualcuno potrebbe pensare: cosa c'è di nuovo, è sempre successo. 
E' vero, nelle nazioni illiberali è sempre successo e succede, ma oggi la tecnologia consentirebbe di farlo ovunque in modo semplice, rapido e invisibile.


L'editore/venditore sorveglia la nostra modalità di lettura 

Occorre sapere che quando leggiamo un ebook, il venditore/editore acquisisce una serie di informazioni online sulla nostra modalità di lettura (velocità di lettura, inserimento di segnalibri, inserimento di note e commenti personali, ecc). 

Lo scopo dichiarato è quello di impiegare tali informazioni per migliorare quel prodotto editoriale, e oggi è probabilmente così, ma domani? 

Sappiamo che quando la tecnologia consente di fare qualcosa di nuovo, c'è sempre qualcuno che se ne appropria per i propri interessi economici, politici, ecc. 
Il rischio è che la sorveglianza sulla modalità di lettura spinga gli editori a chiedere agli autori di modificare in senso peggiorativo i testi (semplificando, alleggerendo, omettendo, banalizzando, ecc). 
La carica degli e-book
Se fosse un film potrebbe intitolarsi La carica degli e-book.
Gli editori italiani grandi e piccoli stanno stringendo accordi di ogni tipo per conquistarsi uno spazio nella terra vergine del libro digitale.
Gli attori in campo si chiamano Telecom e Mondadori (soci dello store Biblet), Feltrinelli, Messaggerie e Rcs (Edigita), tutti colossi che lottano tra loro per creare un giro d'affari finora inesistente (lo 0,01% del totale in Italia contro il 5% negli Usa).
Anche i negozi si moltiplicano, dalle librerie tradizionali come Feltrinelli.it e Ibs che inaugurano la sezione E-book, al tradizionale Simplicissimus fino ai nuovi arrivati come Net-ebook, costola di Mediaworld.
Dall'altra parte della barricata il libro cartaceo vive di rendita, del suo essere una tecnologia già conosciuta e apprezzata da più di cinquecento anni.
Ha canali di vendita consolidati, milioni di estimatori, e non comporta costi aggiuntivi.
Non è chiaro se in futuro si assisterà a uno scontro tra il libro tradizionale e il suo gemello digitale o se si arriverà a una pacifica convivenza tra i due.
Per ora il caro vecchio libro ne esce vincitore.

Tu cosa ne pensi? Scrivi qui sotto la tua opinione (se ne hai voglia!)

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